Con l’autunno alle porte, il calendario della mobilità sostenibile in Italia si arricchisce di una scadenza importante: da settembre 2025 tornano gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, un provvedimento molto atteso da cittadini e operatori del settore automotive. L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che nel corso di un Question Time alla Camera ha confermato il ritorno dell’Ecobonus, in risposta a un’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Luca Squeri.
La misura, anticipata da mesi attraverso indiscrezioni di stampa e circolari tecniche, è ora in fase di finalizzazione tramite un decreto ministeriale che definirà nel dettaglio criteri, modalità di accesso e requisiti. Il ministero ha confermato che tutto sarà pronto per consentire l’avvio ufficiale già a partire da settembre, in coincidenza con la ripresa delle attività scolastiche e lavorative. Una scelta temporale non casuale, pensata per incentivare la mobilità sostenibile in un momento in cui la domanda di veicoli tende a crescere.
Sconti fino a 11.000 euro per i privati con ISEE basso
Tra gli elementi più significativi del nuovo schema di incentivi c’è la differenziazione per fasce ISEE. Per quanto riguarda i cittadini privati, il contributo massimo potrà arrivare fino a 11.000 euro, ma solo a condizione che l’acquirente abbia un ISEE pari o inferiore a 30.000 euro. In presenza di un ISEE leggermente più alto, compreso tra i 30.000 e i 40.000 euro, lo sconto previsto si riduce a 9.000 euro. Si tratta comunque di cifre consistenti, pensate per spingere all’acquisto anche quelle fasce di popolazione che finora si sono mostrate più restie al passaggio all’elettrico, principalmente per motivi di costo.
Condizione imprescindibile per accedere al beneficio è però la rottamazione di un veicolo termico, un aspetto che resta centrale nella filosofia dell’incentivo. L’obiettivo dichiarato è infatti quello di rinnovare il parco circolante, favorendo la sostituzione di auto obsolete e inquinanti con veicoli a emissioni zero. È quindi escluso il supporto all’acquisto per chi non intende dismettere un vecchio mezzo o per chi cerca semplicemente una seconda vettura.
Altro elemento determinante è la residenza in aree urbane funzionali, una definizione tecnica che include le grandi città e i territori circostanti interessati dai flussi di pendolarismo. In sostanza, i benefici saranno riservati a chi vive in contesti dove il traffico e le emissioni rappresentano un problema strutturale, con l’obiettivo di ottenere un impatto ambientale immediato e concreto.
Incentivi per furgoni elettrici: fino a 20.000 euro per le microimprese
Oltre ai privati, il provvedimento prevede un importante sostegno anche per le microimprese, in particolare per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici delle categorie N1 e N2, ovvero furgoni fino a 3,5 tonnellate e fino a 12 tonnellate. In questo caso, il contributo economico potrà coprire fino al 30% del prezzo di acquisto del veicolo, con un massimale fissato a 20.000 euro.
Questa misura risponde alla crescente necessità di elettrificare le flotte aziendali, soprattutto in ambito urbano, dove le restrizioni ambientali stanno diventando sempre più stringenti. Per le microimprese, spesso escluse da politiche pubbliche troppo orientate alle grandi aziende, si tratta di un’occasione per ammodernare il proprio parco veicoli senza affrontare costi proibitivi. Anche in questo caso, l’incentivo è subordinato alla rottamazione di un mezzo termico, a ulteriore garanzia dell’effetto rigenerativo dell’intervento.
Il sostegno pubblico al settore dei veicoli commerciali elettrici si inserisce in un più ampio disegno di riduzione delle emissioni legate alla logistica urbana e al trasporto di merci. Consegne, corrieri e servizi di prossimità sono oggi tra i principali responsabili del traffico veicolare nei centri abitati, e l’introduzione di incentivi mirati potrebbe accelerare un cambiamento atteso da tempo.
Obiettivi ambientali e stanziamento complessivo del fondo
Il piano messo a punto dal Ministero dell’Ambiente si inserisce nel più ampio quadro degli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione e transizione ecologica. Il governo ha stanziato per l’Ecobonus 2025 una cifra vicina ai 600 milioni di euro, precisamente 597 milioni, destinata a coprire il fabbisogno previsto fino al 30 giugno 2026. Tuttavia, come già avvenuto in passato, non è escluso che i fondi possano esaurirsi ben prima di quella data, specie in caso di forte adesione da parte dei potenziali beneficiari.
L’obiettivo numerico esplicitato dal ministro Pichetto Fratin è quello di raggiungere almeno 39.000 nuove immatricolazioni a zero emissioni, tra auto private e veicoli commerciali. Si tratta di un target ambizioso ma coerente con le aspettative di crescita del settore elettrico nei prossimi dodici mesi, specie alla luce della sempre maggiore offerta di modelli sul mercato e del miglioramento generale delle tecnologie disponibili.
Il ministero punta inoltre a creare un circolo virtuoso tra domanda e offerta, stimolando il comparto industriale e migliorando l’accessibilità economica per i consumatori. In questo contesto, il rinnovo degli incentivi rappresenta anche un segnale politico forte, che punta a rassicurare i costruttori sul supporto statale in un momento di trasformazione strutturale del mercato automobilistico.
Una piattaforma digitale per accedere al bonus
Per agevolare l’accesso agli incentivi, il governo ha annunciato l’attivazione di una piattaforma informatica dedicata, che permetterà sia ai beneficiari privati sia alle microimprese di fare domanda direttamente online. Parallelamente, anche gli operatori economici — quindi concessionari, rivenditori e case automobilistiche — potranno utilizzare lo stesso strumento per proporre modelli idonei all’acquisto agevolato.
Questa innovazione tecnologica ha un duplice scopo. Da un lato, mira a semplificare la burocrazia e ad accelerare l’erogazione degli incentivi, dall’altro intende rendere più trasparente e tracciabile l’intero processo di assegnazione. Il sistema permetterà infatti un monitoraggio in tempo reale dei fondi residui, delle richieste pervenute e dello stato delle singole pratiche.
Il portale sarà operativo in concomitanza con l’entrata in vigore del nuovo decreto, quindi verosimilmente già nel mese di settembre. Una scadenza che si conferma cruciale per l’intero comparto automobilistico italiano, sempre più orientato a una trasformazione che passa necessariamente per l’integrazione digitale e l’ottimizzazione delle risorse pubbliche.







