Raccontare la storia del prototipo Peugeot E27 significa rievocare una stagione straordinaria per il marchio francese, quando eleganza, design italiano e ambizione tecnica si intrecciavano in un’epoca di grande fermento. Negli anni Sessanta, la Peugeot 504 coupé e cabriolet, disegnate da Pininfarina, avevano ridefinito il concetto di vettura sportiva per la casa del Leone.
Non si trattava di una semplice berlina due porte, ma di modelli completamente reinterpretati, con linee moderne e filanti che, ancora oggi, conservano un fascino senza tempo. La scelta di basare queste varianti speciali sul pianale della berlina, accorciandolo di ben 19 centimetri, rappresentò all’epoca una soluzione brillante per mantenere coerenza tecnica e offrire al pubblico una sportiva elegante e pratica allo stesso tempo.
Con il passare del decennio, tuttavia, lo stile automobilistico conobbe cambiamenti significativi. Le linee tese e cromate lasciarono spazio a carrozzerie più morbide, paraurti integrati in materiali plastici e abitacoli sempre più ergonomici e funzionali. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, per Peugeot fu evidente la necessità di rinnovare la propria gamma sportiva, puntando su un’erede all’altezza della 504 coupé, capace di proiettare l’immagine del marchio nel nuovo decennio.
Peugeot e Pininfarina: una collaborazione destinata a lasciare il segno
La scelta naturale fu quella di affidarsi nuovamente alla matita di Pininfarina, in virtù di un sodalizio che aveva già portato alla nascita di fuoriserie apprezzate a livello internazionale.
L’idea era chiara: creare un nuovo coupé sportivo di prestigio, capace di combinare la robusta meccanica Peugeot con uno stile contemporaneo, declinato secondo i canoni italiani. La base tecnica individuata fu la Peugeot 505, berlina lanciata nel 1979 e considerata perfetta per evolvere il concetto di vettura di fascia medio-alta. A questa si aggiunsero elementi della Peugeot 604, modello di punta per raffinatezza e motorizzazioni, in modo da garantire al futuro coupé una meccanica di alto livello.
Nello stesso anno, fece la sua comparsa un prototipo destinato a rimanere nella memoria di pochi e a suscitare curiosità tra gli appassionati: la Peugeot E27 Sports Coupé. Questo studio di stile e tecnica non ereditò nulla dalle precedenti 504 coupé. Si trattava di un’auto nuova in tutto e per tutto, a partire dalla silhouette: una sportiva 4 posti fastback con portellone posteriore, fari anteriori gemellati pensati per il mercato nordamericano e paraurti completamente integrati nel corpo vettura, una soluzione stilistica decisamente all’avanguardia per l’epoca.
Il design moderno e le scelte meccaniche del prototipo Peugeot E27
Nel corso della sua breve apparizione, il Peugeot E27 fu realizzato in almeno due esemplari: uno di colore argento, ritenuto il modello di stile definitivo, e un prototipo verniciato di rosso vivo, oggi custodito con cura nel Musée de L’Aventure Peugeot di Sochaux. Curiosamente, nessuno dei due prototipi portava visibili i fregi Pininfarina, tanto che nel tempo emersero dubbi circa l’effettiva paternità del progetto, alimentando leggende e ricostruzioni più o meno fantasiose tra storici e collezionisti.
Dal punto di vista tecnico, la Peugeot E27 era pronta a fare sul serio, grazie a due configurazioni motoristiche di tutto rispetto. Il cuore pulsante era il V6 PRV, frutto della storica collaborazione tra Peugeot, Renault e Volvo. Due le versioni previste: la prima, con cilindrata di 2,7 litri, depotenziata a 120 cavalli per soddisfare le esigenze del mercato statunitense in materia di consumi e emissioni; la seconda, più performante, con cilindrata ridotta a 2,2 litri ma dotata di turbocompressore, capace di erogare 165 cavalli e spingere il coupé oltre i 200 km/h, prospettiva interessante anche per un’eventuale commercializzazione in Europa.
Un sogno interrotto dalla crisi e dal cambiamento del mercato
Il piano industriale di Peugeot per la E27 era chiaro: affiancare la gamma 505 e 604 con una coupé di prestigio, destinata a rilanciare l’immagine sportiva del marchio nei mercati più esigenti, con un occhio di riguardo per il pubblico d’Oltreoceano. La data ipotizzata per il debutto era fissata per il 1983, a distanza di qualche anno dal primo prototipo, così da avere il tempo di sviluppare al meglio la parte ingegneristica e testare sul campo le soluzioni stilistiche e meccaniche più innovative.
Purtroppo, la congiuntura economica sfavorevole di quegli anni, segnata da instabilità e difficoltà finanziarie diffuse nel settore automobilistico europeo, portò la dirigenza di Peugeot a fare marcia indietro. L’idea di immettere sul mercato una coupé di nicchia, per quanto affascinante e curata nei dettagli, apparve improvvisamente troppo rischiosa e poco coerente con le priorità aziendali del momento. Così, il progetto venne silenziosamente accantonato, insieme a un pezzo importante di storia stilistica franco-italiana.
L’eredità del Peugeot E27 e il ritorno alla coupé di prestigio
L’abbandono del progetto E27 segnò di fatto la fine di una tradizione che per decenni aveva visto Peugeot proporre versioni coupé e cabriolet firmate Pininfarina su base 204, 304, 403, 404 e 504. La 505, nonostante l’indiscusso successo come berlina, non conobbe mai una variante sportiva a due porte. Stessa sorte per la 604, che rimase esclusivamente una lussuosa ammiraglia a quattro porte.
Bisognerà attendere fino al 1997 per vedere nuovamente il marchio del Leone tornare protagonista nel segmento delle coupé di classe, grazie alla Peugeot 406 Coupé, nuovamente plasmata dalla matita di Pininfarina e accolta con entusiasmo dal pubblico e dalla critica per la sua eleganza senza tempo.
Oggi, raccontare la storia del prototipo Peugeot E27 significa riscoprire un tassello prezioso di quel lungo dialogo creativo tra Francia e Italia, fatto di forme eleganti, soluzioni audaci e sogni che, pur non avendo trovato la strada della produzione di serie, continuano a esercitare fascino e suggestione. I prototipi superstiti, preservati in musei e archivi storici, restano testimoni silenziosi di un’epoca in cui anche una berlina familiare poteva trasformarsi, grazie alla visione di Pininfarina, in un coupé capace di sfidare i concorrenti tedeschi e italiani sul piano dello stile e del piacere di guida.
La Peugeot E27, rimasta per decenni un nome sconosciuto ai più, rivive oggi nel racconto di appassionati e storici, custode di una stagione in cui la casa del Leone non temeva di sognare in grande, coniugando tecnica solida e creatività senza confini. Una lezione che, anche nelle sfide della mobilità moderna, continua a ispirare chi crede che l’automobile debba restare sempre un oggetto di passione e bellezza.