Il mercato automobilistico italiano prosegue anche a luglio 2025 il suo ciclo negativo, confermando una sofferenza ormai strutturale che si trascina da mesi. I dati forniti da UNRAE rivelano una nuova contrazione nelle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2024, con un totale mensile fermo a 118.493 unità, in calo del 5,1%. Questo dato porta il bilancio complessivo dei primi sette mesi dell’anno a 973.396 nuove auto vendute, un dato che segna un ulteriore -3,8% rispetto al gennaio-luglio dello scorso anno. Più preoccupante ancora è il confronto con il periodo pre-pandemico del 2019, con oltre 263.000 immatricolazioni in meno, che tradotte in percentuale valgono un drastico -21,3%.
In un contesto economico dominato dall’incertezza, la flessione generalizzata del settore sembra aggravata dalla mancanza di strategie efficaci e dall’instabilità delle politiche pubbliche dedicate alla mobilità sostenibile. Secondo UNRAE, il mercato italiano rischia di chiudere il 2025 con oltre 400.000 auto in meno rispetto al 2019, una perdita che non è più da considerare congiunturale, ma strutturale. La revisione delle stime annuali per l’intero anno conferma questo trend: si passa da una previsione di 1.540.000 nuove immatricolazioni a 1.515.000 unità, con una perdita stimata di 25.000 auto rispetto alle previsioni di aprile.
I privati rallentano, crescono noleggio e autoimmatricolazioni
Il dato più allarmante arriva dal canale dei privati, che registra a luglio una battuta d’arresto pesante, con un calo del 13,5% in volume e una quota di mercato che scende al 56,4%. Il rallentamento non è solo numerico ma anche qualitativo, perché riflette una perdita di fiducia dei consumatori nella possibilità di investire in una nuova automobile. Le autoimmatricolazioni guadagnano invece terreno, raggiungendo il 14,9% del mercato mensile, mentre il noleggio a lungo termine accelera ulteriormente arrivando al 20,5% nel mese e al 23,6% nel cumulato dei primi sette mesi. Il noleggio a breve termine e le società fanno registrare lievi miglioramenti, ma il quadro complessivo resta fragile.
BEV e PHEV crescono troppo lentamente per un cambio di rotta
Uno degli aspetti più controversi del mercato auto di luglio 2025 riguarda il segmento della mobilità elettrica. Nonostante un leggero miglioramento rispetto allo scorso anno, le auto elettriche pure (BEV) si fermano al 4,9% di quota mensile, in calo rispetto al 6,0% di giugno. Le plug-in hybrid (PHEV) fanno meglio, salendo al 7,5%, spinte anche dalle nuove normative sui fringe benefits aziendali. Complessivamente, i veicoli elettrificati ricaricabili arrivano a rappresentare il 12,4% del mercato a luglio, ma il ritmo rimane troppo lento per sostenere una reale transizione. I dati Eurostat confermano la posizione di ritardo dell’Italia nel panorama europeo: nel 2024 il nostro Paese si colloca quintultimo per penetrazione di BEV, davanti solo a Bulgaria, Polonia, Slovacchia e Croazia.
L’assenza di una strategia di incentivi stabile e di lungo periodo appare come il vero nodo critico. UNRAE sottolinea come i bonus intermittenti, le soglie di accesso troppo restrittive e le lungaggini burocratiche rischiano di disorientare i consumatori anziché incentivarli. La richiesta è per una pianificazione pluriennale, accompagnata da una comunicazione chiara e costruttiva, capace di rafforzare la fiducia verso le nuove tecnologie.
L’appello alla riforma fiscale per le auto aziendali
Il presidente di UNRAE, Roberto Pietrantonio, lancia un monito esplicito: senza una revisione della fiscalità dei veicoli aziendali, l’Italia non riuscirà a dare una svolta significativa al proprio mercato. Le proposte includono una nuova modulazione della detraibilità IVA e della deducibilità dei costi basata sulle emissioni di CO2, insieme alla riduzione dei tempi di ammortamento. L’obiettivo è quello di facilitare l’ingresso di flotte aziendali più sostenibili, che possano poi alimentare il mercato dell’usato green. La Delega Fiscale in scadenza a fine agosto rappresenta un’occasione cruciale per imprimere questa svolta. UNRAE auspica una proroga fino al 31 dicembre 2026, condizione necessaria per implementare in modo graduale ed efficace i cambiamenti richiesti.
Alimentazioni: tengono solo le ibride
Guardando alla ripartizione delle alimentazioni, luglio conferma una tendenza ormai consolidata. I motori termici perdono terreno: le auto a benzina scendono al 23,3% (-5,1 punti), il diesel al 9,5% e il Gpl al 10,2%. Al contrario, le auto ibride si confermano l’unico segmento in crescita significativa, raggiungendo una quota mensile del 44,6%. All’interno di questo dato, le “full hybrid” rappresentano il 13,6%, mentre le “mild hybrid” salgono al 31,0%. L’incremento è evidente anche nel cumulato dei sette mesi, con un +5,5% rispetto al 2024.
Segmenti e geografia: si restringe la fascia premium
L’analisi della segmentazione del mercato mostra come le citycar del segmento A e i SUV compatti subiscano una contrazione, mentre tengono i SUV di segmento B, con una quota del 30,3%. Nelle medie (segmento C) le berline crescono lievemente mentre calano i SUV, mentre nei segmenti superiori continua il ridimensionamento delle berline a favore dei SUV, che salgono all’8,5%. Le station wagon, gli MPV e le sportive restano marginali. Dal punto di vista geografico, il Nord Ovest si conferma in testa con il 30,4% del mercato, seguito dal Nord Est al 25,2% e dal Centro Italia in risalita al 28,2%. Sud e Isole, invece, restano deboli, rispettivamente al 10,6% e al 5,7%.
Emissioni e CO2: in calo ma non basta
Anche sul fronte ambientale il mese di luglio 2025 presenta luci e ombre. Le emissioni medie di CO2 delle auto nuove scendono a 113,3 g/km, con un miglioramento del 5,1% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, si tratta di un progresso insufficiente per recuperare il ritardo strutturale dell’Italia nella transizione ecologica. La ripartizione per fasce di emissione mostra che la categoria 61-135 g/km resta dominante con il 63,4%, mentre le fasce a più basso impatto (0-20 g/km e 21-60 g/km) rappresentano insieme solo il 12,3% del mercato.
Commercio internazionale e incertezze sul futuro
Sul piano internazionale, un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea ha definito dazi del 15% per i veicoli europei esportati oltre Atlantico. Questa intesa potrebbe avere ripercussioni anche sul comparto italiano, in particolare per la componentistica destinata all’export. Si tratta di un’ulteriore incognita che si aggiunge a un quadro già complesso.
Nel complesso, il mercato auto in Italia a luglio 2025 continua a mostrare segnali di fragilità profonda. Le aspettative sono basse, gli investimenti rallentano, i consumatori attendono. La transizione ecologica si muove a rilento e senza un cambio netto di strategia, accompagnato da incentivi stabili e riforme fiscali mirate, il rischio è quello di un declino difficilmente reversibile.







