Quante volte vi siete detti che la manutenzione del cambio automatico è importante e poi non la fate mai? Con questa guida vi spieghiamo perché è importante non tergiversare ulteriormente su questa manutenzione e vi spieghiamo quando è meglio farla.
Manutenzione cambio automatico: perché è importante
Il cambio automatici è sempre più diffuso, ma le sue funzioni sono le stesse del cambio manuale anche se il principio con il quale si “muove” è diverso. Nel cambio manuale è il conducente che decide quando è il momento di variare il rapporto tra giri motore e velocità delle ruote, in quello automatico è il sistema che decide quando è il momento di cambiare e quale marcia è la più corretta.
Così come per quello manuale, anche per il cambio automatico è molto importante la manutenzione che deve essere regolare. La durata della trasmissione dipende proprio da questo, è inutile scappare. Un cambio automatico piò durare tanto quanto una vettura, a patto che la manutenzione sia stata perfetta.
Nei cambi automatici con convertitore di coppia non c’è la frizione, per cui questa non può bruciare. Il concetto di frizione nel cambio automatico è riferito a un insieme di diversi sistemi che permettono il cambio della marcia e questi sono tanti quanti le marce, per cui si parla sempre di “tot” frizioni anche se non c’è una vera e propria frizione. Il guasto a uno di questi componenti è piuttosto caro.
Quando controllare il cambio automatico
Intanto è giusto seguire le indicazioni del costruttore e fare controlli regolari. Per il resto, se si avvertono degli slittamenti o dei cali di potenza o le marce non entrano è il momento di fare un check-up al cambio. Il problema più diffuso è il lubrificante esausto e a questo punto è meglio dare una controllata alla frizione, ovviamente in un’officina.
L’olio del cambio va controllato, in via generale, ogni 35.000/40.000 km. Tenete però presente che se usate l’auto soprattutto in città, il cambio tende a lavorare di più e dunque si usura di più: ne consegue che i controlli dovranno essere più ravvicinati.
Cambio olio cambio automatico
Meglio rivolgersi a un’officina specializzata: basti sapere che se la coppa è in plastica bisogna cambiare tutto perché essa contiene un filtro.
Lavaggio trasmissione e cambio
A volte non è sufficiente cambiare l’olio, ma bisogna lavare anche la trasmissione perché l’olio vecchio non si porta dietro tutti i residui accumulati nel corso del tempo. Il lavaggio del cambio si può gare ogni 80.000 km circa. Ricordate: conviene sempre rispettare gli intervalli di tempo, pena interventi molto più costosi.
Le domande più frequenti
Che manutenzione si fa al cambio automatico?
La manutenzione del cambio automatico è fondamentale per garantirne la durata e l’efficienza nel tempo. L’intervento principale riguarda il controllo e la sostituzione periodica dell’olio del cambio, che ha il compito di lubrificare gli ingranaggi e di raffreddare i componenti interni. Con il tempo, l’olio perde le sue proprietà e può accumulare residui metallici, riducendo l’efficacia del sistema. Oltre all’olio, va verificato lo stato del filtro del cambio, che trattiene impurità e detriti: se ostruito, compromette il funzionamento del circuito.
Alcuni modelli prevedono anche la sostituzione della guarnizione della coppa dell’olio durante il tagliando. È buona norma controllare periodicamente che non vi siano perdite, anomalie elettroniche o rumorosità insolite durante il passaggio delle marce. Nei cambi automatici più moderni, la manutenzione può includere aggiornamenti software della centralina di gestione. Una manutenzione regolare, eseguita seguendo le indicazioni del costruttore, non solo previene guasti costosi, ma assicura cambiata fluida, consumi ottimizzati e una maggiore affidabilità del veicolo su strada.
Come ci si accorge che si sta rompendo il cambio automatico?
Capire se il cambio automatico si sta rompendo è possibile osservando alcuni segnali precisi. Uno dei più comuni è la difficoltà o il ritardo nell’innesto delle marce, con il motore che sale di giri senza che il veicolo acceleri correttamente. Un altro sintomo è rappresentato da strattoni o vibrazioni durante la cambiata, che dovrebbero invece essere fluide. Rumori insoliti, come fischi, ronzii o colpi metallici provenienti dalla trasmissione, sono altri campanelli d’allarme. In alcuni casi, si può percepire un odore di bruciato, segno di olio surriscaldato o usurato.
La spia del cambio accesa sul cruscotto è un ulteriore indicatore di malfunzionamento. Anche perdite di olio rosso sotto l’auto sono un segnale chiaro di guarnizioni o tenute danneggiate. Se il cambio sembra restare bloccato in una marcia o non risponde ai comandi, il problema potrebbe essere legato alla centralina elettronica. Riconoscere tempestivamente questi sintomi permette di intervenire prima che il guasto diventi irreversibile, riducendo i costi di riparazione e aumentando la sicurezza di guida.
Cosa controllare in un cambio automatico?
Quando si effettua la manutenzione, è importante controllare diversi aspetti del cambio automatico. Il primo elemento da verificare è il livello e lo stato dell’olio: un fluido pulito deve essere limpido e di colore rosso brillante. Se appare scuro o con odore di bruciato, va sostituito. Anche il filtro dell’olio deve essere controllato: se intasato, può ridurre il flusso e compromettere la lubrificazione. È essenziale verificare l’assenza di perdite dalle guarnizioni e dai giunti. Inoltre, bisogna prestare attenzione a eventuali rumori anomali, vibrazioni o difficoltà nel passaggio delle marce, che possono indicare problemi meccanici o elettronici.
Nei cambi moderni, la diagnostica elettronica è fondamentale per rilevare errori della centralina di gestione. Un controllo accurato include anche l’ispezione della coppa dell’olio, dove eventuali residui metallici segnalano usura interna. Infine, l’aggiornamento software, quando previsto, assicura che il cambio funzioni secondo i parametri ottimali. Un controllo regolare di questi elementi è essenziale per garantire prestazioni costanti e prolungare la vita della trasmissione.
Quali sono i difetti del cambio automatico?
I principali difetti del cambio automatico possono derivare sia da usura meccanica sia da problemi elettronici. Tra i guasti più frequenti ci sono le difficoltà nell’innesto delle marce, che possono essere lente o accompagnate da strattoni. In alcuni casi, il cambio può restare bloccato in una marcia, compromettendo la guidabilità. Un altro difetto comune è la perdita di olio, spesso dovuta a guarnizioni deteriorate.
L’olio degradato causa anche surriscaldamento e usura degli ingranaggi interni. Nei cambi automatici più moderni, problemi alla centralina di controllo possono generare malfunzionamenti, con spie accese sul cruscotto e modalità “emergenza” attivata. Anche i convertitori di coppia possono usurarsi, causando vibrazioni o scarsa trasmissione di potenza. Nei cambi a doppia frizione, le rotture dei pacchi frizione o dei meccatronici sono difetti noti. Questi problemi, se trascurati, portano a costose riparazioni. Una manutenzione regolare e un utilizzo corretto, evitando sforzi eccessivi, sono essenziali per ridurre il rischio di guasti e mantenere il cambio efficiente nel tempo.
Quando si cambia l’olio del cambio automatico?
La sostituzione dell’olio del cambio automatico dipende dalle indicazioni del costruttore e dal tipo di trasmissione. In media, è consigliato sostituirlo ogni 60.000-80.000 chilometri, anche se alcuni produttori dichiarano che l’olio è “a vita”. In realtà, l’uso intenso del veicolo, come la guida in città, il traino o i percorsi montani, accelera il deterioramento del fluido, rendendo necessario un cambio anticipato.
L’olio serve a lubrificare gli ingranaggi, raffreddare i componenti e garantire cambi di marcia fluidi: se degrada, perde efficacia e aumenta l’usura interna. Un segnale evidente di olio esausto è il passaggio irregolare delle marce o la comparsa di odori di bruciato. La sostituzione include spesso anche il filtro e la guarnizione della coppa. Non rispettare gli intervalli di manutenzione può portare a guasti gravi e molto costosi. Seguire scrupolosamente le raccomandazioni riportate nel manuale dell’auto è la soluzione migliore per preservare l’efficienza e la durata del cambio automatico nel tempo.
Quanti km fa un cambio automatico?
La durata di un cambio automatico dipende da diversi fattori, tra cui la qualità della manutenzione, lo stile di guida e il tipo di trasmissione. In media, un cambio automatico ben mantenuto può superare i 250.000 chilometri senza problemi significativi. Tuttavia, se non vengono rispettati gli intervalli di sostituzione dell’olio o se il veicolo è sottoposto a condizioni gravose, la durata può ridursi notevolmente.
I cambi a doppia frizione o quelli più sofisticati sono generalmente più efficienti ma richiedono attenzioni particolari. Guida sportiva, traino di rimorchi pesanti e percorsi urbani frequenti aumentano lo stress e accelerano l’usura. Un cambio automatico che riceve controlli periodici, aggiornamenti software e manutenzioni puntuali può garantire prestazioni elevate per molti anni. Nei casi peggiori, trascurare la manutenzione porta a guasti già intorno ai 100.000 chilometri. Affidarsi a officine specializzate e seguire le raccomandazioni del costruttore è la chiave per massimizzare la vita utile della trasmissione e ridurre i rischi di costose riparazioni.