Lewis Hamilton si prepara al weekend di Spa-Francorchamps con uno sguardo rivolto non solo al presente, ma soprattutto al futuro della Ferrari. Dopo aver osservato da vicino le modifiche tecniche introdotte dal team al Mugello, il sette volte campione del mondo ha espresso soddisfazione per il lavoro fatto in fabbrica e per la direzione presa dalla scuderia. Una visione doppia, che abbraccia tanto la stagione in corso quanto il nuovo ciclo regolamentare del 2026, in cui il ruolo di Hamilton si sta già rivelando centrale nella definizione delle strategie.
Alla vigilia del Gran Premio del Belgio, Hamilton ha sottolineato l’importanza dei progressi tecnici visti nei recenti filming day toscani. Le sospensioni aggiornate rappresentano una delle novità principali introdotte sulla monoposto, con l’intento di migliorare la gestione degli pneumatici e la stabilità in curva, due aspetti che hanno condizionato le prestazioni della Rossa in diverse gare. Il britannico ha spiegato che, pur non avendo testato in pista questi elementi, le sensazioni sono comunque positive e in continuità con quelle percepite nelle settimane precedenti. Un segnale, questo, che alimenta la fiducia all’interno del team e che riflette l’entusiasmo del pilota per il lavoro svolto.
Le sospensioni Ferrari e la fiducia di Hamilton dopo il Mugello
Hamilton ha dichiarato che le modifiche introdotte al Mugello non sono frutto di prove approfondite, ma la qualità del lavoro svolto dal team è emersa con chiarezza. Le novità sulle sospensioni non solo promettono un miglioramento sul piano prestazionale, ma indicano anche un cambio di passo sul fronte dell’approccio tecnico. Secondo il pilota, il fatto che Ferrari abbia portato aggiornamenti strutturati in un momento della stagione così delicato dimostra volontà di investire anche su soluzioni di medio periodo, mentre altri team si sono limitati a piccoli affinamenti.
Il Mugello, dunque, si è rivelato uno snodo strategico, nonostante l’assenza di test ufficiali. Il circuito toscano, con le sue curve veloci e il carico aerodinamico richiesto, rappresenta un banco di prova rilevante, anche solo in ottica filming day. Ed è proprio da lì che Hamilton ha raccolto segnali incoraggianti, dichiarandosi “felice di aver visto questi cambiamenti”, frutto di uno sforzo collettivo che ha coinvolto ingegneri, tecnici e reparti specializzati. L’obiettivo è ora portare questi benefici già a partire dal weekend di Spa, cercando di ottimizzarli nelle piste dove potranno esprimere il loro potenziale.
L’impegno di Hamilton nello sviluppo del motore 2026
Ma il futuro della Ferrari non si gioca solo nell’immediato. Hamilton ha rivelato di essere coinvolto attivamente nello sviluppo della monoposto 2026, a partire dal nuovo motore che verrà introdotto con il cambio regolamentare. In questo percorso di rinnovamento, il campione britannico ha preso parte a riunioni strategiche con John Elkann e Frédéric Vasseur, oltre che con i responsabili tecnici dei vari reparti. Un ruolo che va ben oltre quello del pilota, trasformandolo in una figura di riferimento nel processo decisionale.
Hamilton ha spiegato che le sue indicazioni sono già state raccolte in un documento interno che definisce priorità, aree critiche e spunti di sviluppo. Non si tratta solo di suggerimenti generici, ma di un contributo tecnico vero e proprio, pensato per orientare il lavoro della squadra lungo una linea coerente con le sue esigenze in pista. In un passaggio chiave, ha sottolineato che forse si sta addirittura “spingendo troppo sul 2026”, lasciando intendere che, pur essendo importante guardare avanti, non si deve perdere il contatto con il presente.
Un equilibrio da trovare tra futuro e competitività immediata
Il rischio di sbilanciarsi troppo verso il futuro è concreto. Hamilton, con la sua consueta lucidità, ha messo in guardia su questo aspetto, ricordando che il presente Ferrari può ancora offrire soddisfazioni. È vero che il mondiale 2025 appare compromesso, ma ogni weekend rappresenta un’opportunità per crescere, testare nuove soluzioni e consolidare il team attorno a un progetto. In questo contesto, l’esperienza di Hamilton è un valore aggiunto, perché consente alla squadra di misurare ogni decisione non solo in funzione di una strategia a lungo termine, ma anche rispetto all’efficacia nell’immediato.
Il ruolo del pilota inglese non si esaurisce dunque nel compito di guidare e fornire feedback, ma si estende alla sfera manageriale e tecnica. La sua figura si inserisce in un momento chiave della storia Ferrari, in cui si avverte la necessità di costruire una nuova identità competitiva, fondata su un mix tra innovazione tecnologica, visione strategica e cultura del lavoro. Hamilton, con la sua autorevolezza e la capacità di guidare i gruppi, sembra essere stato chiamato proprio per questo: accelerare la trasformazione della scuderia e renderla protagonista nella nuova era della Formula 1.
Un rapporto crescente tra Hamilton e la squadra Ferrari
Non è un caso che Hamilton abbia citato il coinvolgimento diretto con i vertici del Cavallino, a partire da John Elkann. Il dialogo con il presidente e l’amministratore delegato, così come con Vasseur, segna un cambio di passo nei rapporti interni alla squadra. Non più una struttura verticale e compartimentata, ma un approccio trasversale in cui il pilota partecipa attivamente alla definizione delle priorità. Questo legame più stretto tra uomo e macchina, tra pilota e organizzazione, è una delle chiavi per comprendere la nuova stagione della Ferrari post-Leclerc.
Hamilton ha portato con sé non solo un bagaglio tecnico e una visione chiara del lavoro da fare, ma anche una mentalità vincente. È questa, forse, la risorsa più preziosa per una scuderia che cerca il riscatto dopo anni difficili. La consapevolezza di poter incidere su aspetti fondamentali del progetto rafforza il suo coinvolgimento e trasforma ogni gara in un tassello verso un orizzonte più ampio.