Guida autonoma e sicurezza: chi è responsabile in caso di incidente?

Chi paga se un’auto autonoma provoca un incidente? In questa guida analizziamo responsabilità, normative, assicurazioni e tecnologie nel 2025.

Guida autonoma e incidenti

Cosa succede se un’auto autonoma provoca un incidente? È il conducente a dover rispondere, oppure il costruttore del veicolo o chi ha progettato il software? Con l’avanzare delle tecnologie di guida autonoma, il confine tra responsabilità umana e digitale si fa sempre più sottile, soprattutto se parliamo di incidenti stradali. In questa guida analizziamo cosa prevede la legge oggi, cosa dicono le assicurazioni e quali scenari potrebbero emergere in futuro per chiarire la responsabilità in caso di incidente.

Cosa si intende per guida autonoma

La guida autonoma si riferisce alla capacità di un veicolo di muoversi e gestire le situazioni stradali senza l’intervento diretto di un essere umano. Per classificare il livello di automazione, si utilizza lo standard SAE (Society of Automotive Engineers), che identifica sei livelli da 0 a 5:

  • Livello 0: nessuna automazione; il conducente controlla tutto.
  • Livello 1: assistenza alla guida (es. cruise control adattivo).
  • Livello 2: automazione parziale (es. mantenimento corsia + ACC).
  • Livello 3: automazione condizionata; il sistema guida ma chiede intervento in caso di necessità.
  • Livello 4: alta automazione; il veicolo può operare in determinate aree senza intervento umano.
  • Livello 5: piena automazione in ogni contesto, senza volante o pedali.

Nel 2025, i veicoli disponibili sul mercato sono generalmente al livello 2 o 3, con funzioni di guida assistita avanzata ma che richiedono comunque attenzione da parte del conducente.

Distinguere tra guida assistita e guida autonoma è fondamentale anche dal punto di vista legale: finché un umano è coinvolto nel controllo, le norme attuali attribuiscono a lui la responsabilità in caso di incidente.

I dubbi legali: chi è responsabile?

In Italia e in Europa, il principio cardine in caso di sinistro stradale è la responsabilità del conducente. Anche con sistemi avanzati di guida autonoma, il Codice della Strada prevede che il guidatore sia responsabile del comportamento del veicolo, salvo diversa specificazione normativa.

Questo significa che, sebbene l’auto “si guidi da sola” (come nei livelli 2 e 3), chi siede al volante è tenuto a intervenire e a controllare l’auto in ogni momento. Se non lo fa, può essere ritenuto colpevole in caso di incidente.

La normativa italiana non è ancora aggiornata per gestire in modo specifico le auto autonome di livello 4 o 5, lasciando ampi spazi interpretativi. Anche a livello europeo, il regolamento UNECE prevede che il conducente debba restare pronto a prendere il controllo nei sistemi SAE di livello 3.

Questa situazione crea una zona grigia in cui si rischia di attribuire colpe a persone che, di fatto, non avevano il controllo diretto dell’auto. I tribunali italiani finora si sono mossi con cautela, mancando precedenti consolidati e basandosi su valutazioni caso per caso.

Il futuro della auto autonoma responsabilità richiederà quindi un adeguamento del diritto civile e penale, per bilanciare equamente colpa umana, errore software e difetti di progettazione.

Il ruolo dei produttori e dei software di guida autonoma

Quando si parla di auto autonoma responsabilità, una parte cruciale riguarda i produttori di veicoli e gli sviluppatori dei software di guida. Questi attori progettano, testano e mettono in commercio tecnologie che possono causare danni se malfunzionanti.

Secondo la normativa sulla responsabilità da prodotto difettoso, i costruttori possono essere ritenuti colpevoli se un incidente è causato da un difetto progettuale o tecnico. Questo include errori di software, sensori imprecisi o sistemi di frenata automatica che non rispondono come previsto.

Casi noti, come quelli che hanno coinvolto Tesla con il sistema Autopilot, o le sospensioni temporanee delle flotte Waymo e Cruise, dimostrano che anche la tecnologia più avanzata può sbagliare. In alcune di queste situazioni, le autorità hanno aperto inchieste per valutare se il software avesse agito in modo sicuro.

La sfida è distinguere tra errore umano nell’utilizzo della tecnologia e errore sistemico dell’algoritmo. In futuro, potremmo vedere un’espansione del concetto di “colpa tecnica”, con responsabilità condivise tra costruttore, sviluppatore software e persino fornitori di dati cartografici o connettività.

Un quadro normativo chiaro sarà essenziale per stabilire chi paga in caso di incidente auto autonoma e come vengono risarcite le vittime in modo equo.

Assicurazioni e guida autonoma: chi copre il danno?

In Italia, l’assicurazione obbligatoria RC Auto si basa sul concetto di responsabilità civile del conducente. Ma cosa succede con i veicoli dotati di guida autonoma? La questione è aperta e in continua evoluzione.

Attualmente, le compagnie assicurative coprono i danni causati da veicoli semi-autonomi (livello 2 o 3), ma attribuiscono la colpa al guidatore in caso di sinistro, a meno che non venga dimostrato un difetto tecnico evidente.

Per quanto riguarda i livelli più avanzati, non esiste ancora una copertura assicurativa dedicata in modo uniforme. Alcune compagnie stanno però studiando modelli di responsabilità oggettiva, in cui il veicolo viene assicurato come entità autonoma, senza legare direttamente la copertura al conducente umano.

In futuro potremmo assistere alla nascita di polizze specifiche per l’intelligenza artificiale, che includano coperture contro malfunzionamenti software o cyberattacchi ai sistemi di bordo.

Chi oggi acquista un’auto con guida assistita dovrebbe comunque verificare nel dettaglio cosa copre la propria polizza, perché anche con i sistemi attivi, la responsabilità in caso di incidente resta in gran parte personale.

Scenari futuri: serve una nuova legge per la guida autonoma?

Con l’avanzare della guida autonoma, cresce la consapevolezza che le leggi attuali non bastano più. In Europa, la Commissione ha già avviato discussioni su un regolamento armonizzato che definisca diritti e doveri per produttori, conducenti e assicuratori.

Tra le proposte c’è l’introduzione di registri digitali a bordo (black box evolute) per tracciare ogni azione del veicolo, e chiarire chi ha preso decisioni al momento dell’incidente: l’umano o l’intelligenza artificiale?

Un altro tema è l’etica algoritmica: cosa deve fare un veicolo autonomo in caso di scelta inevitabile tra danni a cose o a persone? Serve una legislazione che bilanci sicurezza guida autonoma con principi di equità e trasparenza.

Negli Stati Uniti, alcuni stati hanno già varato leggi locali per test e circolazione di auto autonome, mentre la Cina spinge sull’adozione con piani di sviluppo accelerati. L’Europa sembra invece puntare a una regolamentazione più cauta ma uniforme.

Una normativa dedicata sarà essenziale per evitare conflitti tra giurisprudenze nazionali e assicurare chiarezza nella responsabilità in caso di incidente.

Cosa deve sapere oggi chi acquista un’auto con guida assistita

Molti automobilisti acquistano oggi veicoli con guida assistita, spesso di livello 2 o 3. Questi sistemi sono progettati per migliorare il comfort e la sicurezza, ma non sostituiscono il conducente. È fondamentale sapere che la responsabilità in caso di incidente rimane ancora a carico del guidatore.

In caso di sinistro con guida assistita attiva, le autorità e le assicurazioni verificheranno se il conducente ha rispettato le indicazioni d’uso del sistema. Questo include:

  • Tenere sempre le mani sul volante (se richiesto).
  • Essere pronti a intervenire in qualsiasi momento.
  • Comprendere i limiti del sistema (es. non funziona in caso di pioggia intensa o nebbia).

È importante leggere con attenzione il manuale d’uso e le clausole contrattuali relative ai sistemi ADAS. Alcuni modelli richiedono aggiornamenti software periodici, altri limitano l’uso dei sistemi in certi contesti.

Il consiglio per tutti i proprietari di auto moderne è chiaro: informarsi bene, usare con prudenza e non credere che l’auto sia già “autonoma”. La tecnologia supporta, ma non sostituisce la responsabilità individuale.

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