Perché ad agosto 2025 non ci saranno scioperi di treni, aerei e bus

Nel mese più critico per il turismo, entra in vigore il periodo di franchigia: stop agli scioperi di treni, aerei, bus, taxi e traghetti. Ecco cosa prevede la legge.

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Nel mese in cui milioni di italiani si spostano per le vacanze e l’Italia si trasforma in una gigantesca destinazione turistica, il tema del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali diventa più delicato che mai. Chi ha programmato un viaggio in treno, in aereo o in autobus ad agosto 2025 può guardare con relativa tranquillità al calendario, perché entra in vigore il periodo di franchigia, ossia un intervallo in cui non è consentito proclamare scioperi in determinati settori. Questa norma, pensata per tutelare la collettività nei momenti di maggiore criticità, coinvolge una vasta gamma di servizi: dal trasporto ferroviario al trasporto aereo, passando per i traghetti, i taxi e persino i distributori di carburante.

Cosa prevede la legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali

Il quadro normativo di riferimento è rappresentato dalla Legge n. 146 del 12 giugno 1990, che disciplina l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. Il principio fondante della legge è la necessità di bilanciare il diritto dei lavoratori all’astensione collettiva con il diritto della popolazione a usufruire di servizi fondamentali per la salute, la mobilità, la sicurezza e l’informazione. Proprio per questo, la norma stabilisce delle finestre temporali — i cosiddetti periodi di franchigia — durante i quali non è possibile proclamare scioperi nei settori strategici. La decisione di individuare questi periodi spetta alla Commissione di garanzia sugli scioperi, l’organo indipendente che vigila sull’attuazione della legge e interviene per evitare disagi eccessivi alla collettività.

Il calendario delle franchigie estive nel trasporto pubblico

Il mese di agosto 2025 sarà completamente coperto dai divieti imposti dal periodo di franchigia. A partire dalla fine di luglio e fino all’inizio di settembre, i principali comparti del trasporto saranno soggetti a vincoli che impediscono ogni forma di sciopero. Il trasporto ferroviario, ad esempio, entrerà in franchigia già dal 27 luglio e vi resterà fino al 3 settembre. Le stesse date si applicano alla circolazione e sicurezza stradale e al trasporto marittimo FS. Per il trasporto aereo, la finestra è leggermente più lunga: dal 27 luglio al 5 settembre. Il trasporto pubblico locale e i taxi saranno soggetti a franchigia dal 28 luglio al 5 settembre, così come il trasporto marittimo Tirrenia.

Il risultato è che nel cuore dell’estate, quando la domanda di mobilità tocca i picchi più alti dell’anno, non sarà possibile scioperare legalmente in nessuno di questi settori. Questa misura preventiva ha lo scopo di garantire la regolarità dei collegamenti nazionali e internazionali, tutelare i diritti dei turisti e limitare il rischio di caos nei trasporti, in un momento in cui anche una piccola interruzione potrebbe generare gravi conseguenze a catena.

Il caso particolare dei distributori di carburante

L’unica eccezione rilevante al divieto generalizzato di sciopero nel mese di agosto riguarda i distributori di carburanti. In questo settore, la Commissione di garanzia ha definito una serie di finestre più brevi e frammentate. I benzinai non potranno scioperare dal 28 luglio al 3 agosto, poi di nuovo dal 10 al 20 agosto e infine dal 26 agosto al 5 settembre. Questo significa che in alcuni giorni centrali del mese — ad esempio tra il 4 e il 9 agosto o tra il 21 e il 25 agosto — lo sciopero sarà tecnicamente possibile, anche se sarà comunque soggetto a preavviso e autorizzazioni. Nonostante queste aperture, nella pratica anche i distributori tendono a non indire proteste proprio per evitare impatti sull’utenza e sanzioni da parte dell’autorità competente.

Impatti sul diritto di sciopero e percezione pubblica

La previsione dei periodi di franchigia non elimina il diritto di sciopero, ma lo circoscrive in funzione dell’interesse collettivo. È un equilibrio delicato, che negli anni ha suscitato dibattiti tra le organizzazioni sindacali e le istituzioni. Per i sindacati, il rischio è che la limitazione temporale venga interpretata come una compressione eccessiva delle libertà sindacali. Per i cittadini e le imprese, invece, si tratta di una garanzia di continuità, specialmente in settori come il trasporto pubblico, dove un’astensione improvvisa può paralizzare intere città o danneggiare le attività economiche legate al turismo.

In questo senso, il mese di agosto rappresenta un banco di prova: da un lato, le sigle sindacali cercano di concentrare le mobilitazioni prima e dopo la franchigia per massimizzarne l’impatto; dall’altro, le autorità monitorano con attenzione ogni proclamazione di sciopero per valutarne la legittimità e la conformità ai vincoli di legge. Non a caso, luglio e settembre sono spesso i mesi più critici sotto il profilo delle agitazioni: il primo perché anticipa il divieto, il secondo perché lo segue immediatamente.

Viaggiare ad agosto 2025: cosa aspettarsi

Chi si appresta a partire ad agosto 2025, dunque, può ragionevolmente contare su una rete di trasporti operativa e regolare, almeno per quanto riguarda treni, aerei, autobus, traghetti e taxi. Le compagnie e i gestori dei servizi pubblici saranno comunque tenuti a garantire i livelli minimi di servizio e a rispettare gli obblighi informativi in caso di disservizi non legati a scioperi. È utile ricordare che anche durante i periodi di franchigia possono verificarsi disagi causati da altri fattori, come maltempo, guasti tecnici o sovraffollamento, ma non saranno riconducibili a mobilitazioni sindacali.

Il sistema di regolazione del diritto di sciopero durante l’estate rappresenta quindi un compromesso funzionale che prova a tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte. Per i viaggiatori, si traduce in una rassicurazione in più in un periodo in cui la mobilità diventa elemento centrale dell’esperienza vacanziera. Per le aziende di trasporto, è un’opportunità per pianificare con maggiore precisione turni, flussi e operazioni. E per i sindacati, una sfida comunicativa per trovare nuove forme di protesta efficaci che non violino le prescrizioni legali.

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