Ferrari e la sfida del futuro: ala anteriore attiva provata a Budapest

Ferrari sperimenta l’ala anteriore attiva in vista del 2026, con test Pirelli all’Hungaroring e una strategia tecnica che guarda già al nuovo regolamento FIA.

ferrari a spa
PH Scuderia Ferrari (sito)

La Ferrari ha scelto di guardare oltre le difficoltà immediate per concentrarsi sul futuro della Formula 1. Durante i test Pirelli andati in scena all’Hungaroring, la Scuderia ha portato in pista una novità destinata a fare discutere: la nuova ala anteriore attiva, che vedrà il suo debutto ufficiale nella stagione 2026.

Si tratta di una soluzione resa possibile dalla FIA attraverso una direttiva tecnica, studiata per permettere all’azienda italiana di pneumatici di analizzare le reazioni delle gomme sottoposte a flussi d’aria variabili. I flap mobili, in grado di aprirsi in rettilineo e di chiudersi in curva, rappresentano una rivoluzione aerodinamica che apre scenari inediti sulle prestazioni delle monoposto del futuro.

I test Pirelli all’Hungaroring e il ruolo della Ferrari

La prova dell’ala anteriore attiva è stata inserita nel programma dei test Pirelli, organizzati per raccogliere dati sulle nuove mescole che debutteranno nel 2026. In questo contesto, la Ferrari non si è limitata a fornire supporto tecnico, ma ha deciso di sfruttare l’occasione per trasformare la propria vettura in un banco di prova avanzato. Mentre alcune scuderie hanno preferito risparmiare risorse giudicando questi collaudi poco rappresentativi, a Maranello si è scelto di investire, consapevoli che ogni chilometro percorso con nuove soluzioni può rivelarsi prezioso quando entrerà in vigore il nuovo regolamento.

I test sono arrivati pochi giorni dopo il Gran Premio d’Ungheria, gara che ha lasciato l’amaro in bocca a Charles Leclerc, costretto a dire addio a una vittoria che sembrava a portata di mano dopo la pole position.

Nonostante la delusione sportiva, la Scuderia Ferrari ha voluto lanciare un segnale chiaro: non c’è spazio per abbattersi, la priorità è prepararsi a un cambiamento epocale. La stagione 2026 porterà con sé nuove monoposto, nuove gomme e un regolamento rivisto, e farsi trovare pronti diventa essenziale per non perdere terreno. La scelta di investire sui test dimostra che a Maranello si ragiona con una prospettiva di medio-lungo periodo, cercando di anticipare la concorrenza.

La SF-25 come mule car

La vettura impiegata per gli esperimenti è stata la SF-25, trasformata in una vera e propria mule car. Una scelta significativa, considerando che in passato Ferrari aveva messo a disposizione di Pirelli la SF-24, cioè la monoposto del Mondiale 2024. Con la SF-25, invece, si è deciso di puntare su un progetto più avanzato, capace di ospitare soluzioni destinate a influenzare direttamente la filosofia costruttiva della monoposto del 2026. Questa decisione evidenzia l’intenzione del reparto corse di sfruttare ogni occasione utile per sperimentare e accumulare dati in vista della prossima rivoluzione tecnica.

I primi test a Fiorano

Il percorso di sviluppo dell’ala anteriore attiva ha avuto una tappa fondamentale nei test di Fiorano del 19 e 20 giugno. In quell’occasione Guanyu Zhou e Charles Leclerc hanno provato i prototipi di pneumatici da bagnato previsti per il 2026, verificando al contempo il comportamento di un nuovo layout sospensivo.

La Ferrari ha infatti introdotto un sistema pull rod al posto del tradizionale push rod, un cambiamento non banale che permette di valutare soluzioni già adottate da altri team e che potrebbero diventare la base delle monoposto future. La scelta di sperimentare in anticipo conferma la volontà di prepararsi in maniera accurata alla stagione 2026.

L’ala anteriore attiva: dettagli tecnici

La grande protagonista dei test all’Hungaroring è stata l’ala anteriore dotata di flap mobili. Secondo le indicazioni della FIA, questa tecnologia sarà centrale per le monoposto del 2026, permettendo di gestire meglio i flussi aerodinamici in funzione delle diverse fasi di guida. Ferrari non si è limitata a montare il sistema di base, ma ha introdotto modifiche significative.

In un primo momento, il regolatore d’altezza del flap era collocato all’esterno e richiedeva una gestione manuale tramite cacciavite. Successivamente, gli ingegneri di Maranello hanno riposizionato il regolatore all’interno, rendendolo più pratico e funzionale. Nei test ungheresi, il comando manuale è stato sostituito da un meccanismo più sofisticato, probabilmente di tipo idraulico, avvicinandosi così a una configurazione più realistica di ciò che potrebbe equipaggiare la futura Ferrari 678.

Un’innovazione destinata a fare scuola

L’adozione dell’ala anteriore attiva apre scenari nuovi anche sul fronte delle strategie di gara. La possibilità di aprire i flap in rettilineo e richiuderli in curva consente di ottimizzare il compromesso tra velocità massima e carico aerodinamico, un aspetto che potrebbe rivelarsi decisivo in un campionato sempre più equilibrato.

È chiaro che la FIA vigilerà attentamente per evitare eccessi che possano compromettere la sicurezza o creare vantaggi eccessivi per alcuni team, ma il fatto che Ferrari abbia già lavorato su varianti del sistema mostra una capacità di adattamento e innovazione che potrà rivelarsi fondamentale nel prossimo ciclo regolamentare.

Il peso della collaborazione con Pirelli

I test sono stati organizzati in collaborazione con Pirelli, che aveva la necessità di raccogliere dati sui prototipi di pneumatici previsti per il 2026. La Scuderia ha colto l’occasione per unire lo sviluppo delle gomme a quello delle soluzioni tecniche, trasformando una sessione di collaudi in un laboratorio dinamico per il futuro.

Il legame tra Ferrari e Pirelli diventa così ancora più stretto, con benefici reciproci: l’azienda di pneumatici può contare su dati preziosi, mentre Maranello ottiene un vantaggio competitivo nel familiarizzare con i comportamenti delle gomme in scenari complessi e inediti.

Ferrari e il nuovo regolamento 2026

Il regolamento che entrerà in vigore nel 2026 rappresenta una vera rivoluzione per la Formula 1. La Ferrari sa bene che non ci sarà margine d’errore e che la capacità di interpretare le nuove regole potrà fare la differenza tra successo e fallimento.

La scelta di anticipare i tempi e di sfruttare i test per provare soluzioni tecniche innovative si inserisce in una strategia più ampia, volta a colmare il gap con i rivali e a riportare la squadra di Maranello ai vertici del campionato. È un approccio che punta non solo a migliorare la monoposto attuale, ma a costruire fin d’ora le fondamenta di una vettura competitiva e in linea con le esigenze del futuro.

Una sfida di lungo periodo

La decisione di impegnarsi nei test con soluzioni avanzate arriva in un momento difficile per la squadra. I risultati altalenanti e la pressione costante di tifosi e media non hanno impedito alla Scuderia Ferrari di mantenere la rotta verso un obiettivo chiaro: tornare a vincere.

Il reparto corse sa che ogni investimento tecnico è un tassello di un puzzle più ampio e che il lavoro svolto oggi potrebbe essere decisivo domani. La volontà di innovare, anche quando altri preferiscono risparmiare energie, dimostra un atteggiamento proattivo che potrebbe rivelarsi la chiave per affrontare con successo la nuova era della Formula 1.

La visione della Scuderia di Maranello

L’immagine della Ferrari che emerge da questi test è quella di una squadra determinata a costruire il futuro senza lasciarsi frenare dalle difficoltà del presente. La SF-25 mule car, l’ala anteriore attiva, le nuove sospensioni e la collaborazione stretta con Pirelli compongono un quadro in cui l’innovazione non è un semplice slogan, ma una pratica concreta e quotidiana.

Ogni chilometro percorso con configurazioni sperimentali diventa un passo in avanti verso la monoposto 2026, la tanto attesa Ferrari 678, chiamata a riportare il Cavallino Rampante al vertice della Formula 1. In un contesto in cui le regole cambiano e la concorrenza non lascia respiro, il lavoro svolto all’Hungaroring assume un valore simbolico e strategico allo stesso tempo, segno che a Maranello la voglia di primeggiare non si è mai spenta.

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