Hamilton spinge la Ferrari: “Con Vasseur abbiamo tutto per vincere”

Lewis Hamilton parla del rinnovo di Vasseur e del suo ruolo in Ferrari: fiducia nel team, lavoro sulla SF-25 e paragoni con Toto Wolff. A Budapest punta a migliorare.

coulthard hamilton
PH: Scuderia Ferrari account X

C’è un Lewis Hamilton sereno e determinato nel paddock dell’Hungaroring, dove il sette volte campione del mondo si prepara ad affrontare uno dei fine settimana a lui più favorevoli della stagione. La pista ungherese è terreno familiare, teatro di successi e di record personali, ma questa volta l’atmosfera ha un sapore diverso: Hamilton è un pilota Ferrari, e le sue parole riflettono l’impegno profondo con cui sta cercando di plasmare la nuova fase della sua carriera. Un impegno che si intreccia con il percorso di Frederic Vasseur, appena confermato alla guida della Scuderia.

Il rinnovo del team principal francese è stato accolto positivamente da Hamilton, che lo ha appreso soltanto il giorno prima dell’inizio del weekend. La notizia, sebbene non inaspettata, ha rappresentato per il campione britannico una conferma importante. “Ne ho sentito parlare solo ieri, ma ho già detto cosa penso di Fred, non c’è altro da aggiungere. È stata la scelta giusta”, ha dichiarato con tono fermo, lasciando intendere che dietro quell’affermazione c’è molto più di una semplice approvazione.

Il legame tra Vasseur e Hamilton: una fiducia costruita nel tempo

Hamilton ha voluto sottolineare il ruolo centrale che Vasseur ha avuto nel suo arrivo a Maranello. “È lui che mi ha ingaggiato”, ha ricordato, lasciando intendere che la stima reciproca è una componente fondamentale del rapporto professionale tra i due. Per Hamilton, questa scelta rappresenta la base su cui costruire un progetto ambizioso e a lungo termine. “Vedo che tutti sono molto contenti”, ha aggiunto, riferendosi al clima che si respira nel box Ferrari e all’armonia che sembra essersi instaurata intorno alla figura del team principal.

Il pilota inglese ha poi tracciato un parallelo con la sua lunga esperienza in Mercedes, evocando il legame professionale con Toto Wolff, un riferimento costante nella sua carriera. “Ricordo l’aspetto davvero positivo del mio lavoro con Toto: la sua capacità di valorizzare le persone e di ottenere il massimo da ognuno. Mi ha garantito la libertà di esprimermi, e questo mi ha permesso di essere la migliore versione di me stesso”, ha spiegato. Un modello che, a suo dire, si ritrova anche nello stile di gestione di Vasseur: “Penso che Fred sia molto simile sotto questo aspetto”. Parole che sanciscono una sintonia profonda e una visione condivisa, elementi che Hamilton considera indispensabili per costruire una squadra vincente.

Il lavoro sulla SF-25 e la sfida con la McLaren

Sul fronte tecnico, Hamilton ha confermato che la Ferrari SF-25 è ancora in fase di perfezionamento, in particolare sulla sospensione posteriore. Nonostante le difficoltà, i segnali di miglioramento ci sono e vengono interpretati come incoraggianti. “Stiamo ancora cercando di sfruttarla al meglio”, ha detto, riferendosi alla monoposto con cui sta affrontando la sua prima stagione in rosso. La guidabilità migliorata della vettura è per lui un fattore determinante, al punto da definirla “ossigeno”, un termine che lascia intuire quanto sia stato complesso adattarsi a un’auto ancora lontana dalla perfezione.

Hamilton ha riconosciuto i meriti di Charles Leclerc, capace di salire sul podio a Spa con una prestazione solida. “Charles ha fatto un ottimo lavoro”, ha affermato, evidenziando come il lavoro del team stia cominciando a dare i suoi frutti. Tuttavia, non ha nascosto le difficoltà che la Ferrari sta incontrando nel confronto diretto con i rivali. “Sappiamo che al momento non siamo al passo con la McLaren, e non ho davvero idea se riusciremo o meno a colmare il divario”, ha ammesso. È una valutazione onesta, che non intacca però la determinazione con cui Hamilton guarda al prosieguo del campionato.

Budapest, un circuito simbolico per il campione inglese

Il weekend ungherese ha sempre rappresentato una tappa speciale per Lewis Hamilton, che all’Hungaroring ha costruito parte della sua leggenda. Con otto vittorie, nove pole position e dodici podi, nessuno ha raccolto tanto quanto lui su questo tracciato. È comprensibile quindi che il pilota britannico arrivi a Budapest con uno spirito diverso, più carico e ispirato rispetto al recente fine settimana di Spa, dove era apparso più cupo e meno coinvolto.

“È davvero uno di quei circuiti iconici che dovrebbe restare in calendario per molto tempo”, ha detto con convinzione, parlando del tracciato magiaro come di un patrimonio della Formula 1. Tuttavia, anche in questo caso, non si è sbilanciato sulle possibilità della Ferrari. “Nella maggior parte delle piste siamo sempre stati lontani dalla pole position”, ha ricordato con realismo, sottolineando la necessità di affrontare ogni sessione con pazienza e metodo. “Devo fare un passo alla volta, cercando ovviamente di arrivare il più in alto possibile, ma oggi davvero non ho idea di cosa potremo ottenere questo fine settimana”.

Un ruolo attivo dentro e fuori dalla pista

Nel corso della stagione, Hamilton ha dimostrato più volte di voler giocare un ruolo attivo all’interno del team, anche oltre la guida in pista. Un esempio è emerso durante il giovedì di Spa, quando si è parlato di alcuni documenti e suggerimenti tecnici che lo stesso Lewis avrebbe condiviso con gli ingegneri. Nel paddock, qualcuno li ha ribattezzati ironicamente gli “Hamilton paper”, ma il pilota ha preferito ridimensionare l’episodio.

“Non ci sono certo ordini”, ha detto sorridendo. “Sono solo idee del tipo: ehi, che ne dite se facessimo questo? Oppure, abbiamo provato questo, c’è qualcos’altro che possiamo fare?”. Il suo approccio è quello del confronto costruttivo, della proposta continua, della ricerca di soluzioni che possano contribuire a migliorare le prestazioni. “Potremmo alleggerire certe aree, o potremmo fare meglio”, ha aggiunto, dimostrando un’attenzione quasi ossessiva al dettaglio, tipica del suo modo di intendere il lavoro.

Un ambiente che stimola e valorizza

A Budapest, Hamilton ha voluto soffermarsi anche sul suo rapporto con l’ambiente Ferrari, offrendo una riflessione sincera sul percorso di adattamento che ha dovuto affrontare. “Devi capire l’ambiente in cui ti trovi. Devi adattarti, ma allo stesso tempo anche chi lavora con te viene incontro alle tue esigenze”, ha spiegato, evidenziando una crescita reciproca tra pilota e squadra. È un processo lento, fatto di piccoli aggiustamenti, di comunicazione continua e di empatia professionale.

Il suo giudizio complessivo sulla squadra è positivo. “Credo che quest’anno ci siano stati tanti risultati positivi, passi avanti che abbiamo fatto in tutti i settori”, ha dichiarato, soffermandosi soprattutto su un aspetto intangibile ma fondamentale: lo spirito.

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