Il 15 e 16 luglio 2025 sono destinati a rimanere impressi nella memoria di chi in quei giorni si troverà a dover viaggiare per lavoro o per turismo in alcune aree strategiche d’Italia. Lo sciopero dei trasporti pubblici indetto in Lombardia, Toscana e nella città di Bologna promette infatti di creare significativi disagi, soprattutto nelle fasce orarie non coperte da garanzie. A pochi giorni dall’inizio della seconda metà dell’estate, con le città d’arte invase dai turisti e i pendolari ancora alle prese con i ritmi lavorativi, l’interruzione dei servizi di trasporto pubblico su strada rappresenta un nodo critico per la mobilità urbana e interurbana.
In questo scenario, le organizzazioni sindacali hanno annunciato e confermato le diverse mobilitazioni, che coinvolgono sia gli autisti delle linee di autobus gestite da Autoguidovie e Autolinee Toscane, sia i tassisti fiorentini, con rivendicazioni e tempistiche differenti. L’annuncio della Commissione di garanzia sugli scioperi ha ufficializzato lo svolgimento delle proteste, confermandone i dettagli temporali e la copertura territoriale.
Lombardia e Bologna: stop alle Autoguidovie con orari limitati
La prima grande mobilitazione del 15 luglio ha avuto come epicentro la Lombardia, regione da sempre crocevia di flussi pendolari e hub del trasporto locale. Qui, lo sciopero degli autisti delle Autoguidovie si è fatto sentire in modo particolare, coinvolgendo numerose province e causando la sospensione di molte corse. Le città interessate includono Milano, Pavia, Cremona, Monza e Brianza, Mantova, Lodi, oltre alla città di Bologna, segno evidente di una protesta ampia, supportata da una convergenza sindacale non indifferente. Le sigle coinvolte sono le principali confederazioni del settore: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl.
Secondo quanto comunicato da Autoguidovie, lo sciopero si è svolto nella fascia compresa tra le 8:30 e le 12:30, un intervallo orario che ha colpito in pieno le attività del mattino, riducendo drasticamente la disponibilità di autobus per chi si spostava verso il lavoro o altre destinazioni. Tuttavia, l’azienda ha specificato che al di fuori di tale orario sono state attivate le consuete fasce di garanzia, durante le quali le corse sono state regolarmente assicurate. Questo ha permesso una minima tenuta del servizio, evitando un blocco totale, ma non ha certo impedito che si creassero situazioni di forte affollamento, ritardi e incertezza tra gli utenti.
Pisa: uno sciopero serale con ricadute sul servizio quotidiano
Sempre il 15 luglio, ma in Toscana, un’altra agitazione sindacale ha interessato la provincia di Pisa, dove i lavoratori delle Autolinee Toscane hanno aderito a uno sciopero di quattro ore indetto dal sindacato Fast Confsal. Questa mobilitazione ha avuto una connotazione diversa rispetto a quella lombarda, sia per la durata sia per la fascia oraria: gli autobus si sono fermati dalle 17:30 alle 21:30, colpendo il servizio serale, particolarmente utilizzato da studenti, lavoratori del secondo turno e turisti.
Il sindacato ha chiarito le ragioni della protesta, che ruotano attorno a tre elementi principali. In primo luogo, è stato denunciato il mancato coinvolgimento nella trattativa sindacale relativa alla normativa ex CTT Nord, un elemento percepito come un segnale di scarsa trasparenza e dialogo con i rappresentanti dei lavoratori. In secondo luogo, la modifica delle linee del trasporto pubblico locale ha generato una serie di disagi, non solo per i dipendenti ma anche per la cittadinanza, costretta ad adattarsi a nuovi percorsi e orari. Infine, è emersa una critica verso i subaffidamenti di servizi, considerati come un elemento di precarizzazione del lavoro e di possibile diminuzione della qualità del servizio offerto.
Nonostante la durata limitata dello sciopero, l’impatto non è stato trascurabile. Le ore serali rappresentano un segmento importante del servizio giornaliero e, come dimostrato dall’ultima agitazione del 21 febbraio 2024 – che aveva registrato una partecipazione del 20% – anche una percentuale di adesione apparentemente contenuta può comportare conseguenze significative per la mobilità quotidiana.
Firenze: tassisti in sciopero per 24 ore contro la concorrenza degli Ncc
Il 16 luglio l’attenzione si è spostata su Firenze, dove a incrociare le braccia sono stati i tassisti, in un contesto già fortemente sollecitato dalla presenza di migliaia di turisti nella stagione estiva. A promuovere la protesta sono state diverse sigle di categoria, tra cui Uritaxi, Unica Taxi Cgil, Confartigianato Taxi, Sitafi Federtaxi-Cisal e Ugl Taxi, tutte unite nel denunciare una situazione di concorrenza sleale da parte degli Ncc, i noleggi con conducente.
Lo sciopero dei taxi a Firenze si è articolato su 24 ore, ma sono state previste due fasce orarie di servizio garantito, entrambe collocate in orari notturni: la prima dalle 22:00 del 15 luglio alle 2:00 del 16 luglio, la seconda dalle 4:00 alle 8:00 del mattino dello stesso giorno. La scelta di collocare le fasce di garanzia di notte ha avuto come effetto una giornata intera praticamente priva di servizio taxi regolare, lasciando sprovvisti molti viaggiatori e cittadini, in particolare durante le ore centrali del giorno e della sera.
Al centro della protesta, oltre alla questione della concorrenza degli Ncc, i tassisti hanno puntato il dito contro le istituzioni locali, accusate di inattività e mancato intervento a tutela del servizio pubblico. La percezione di essere stati abbandonati dalle amministrazioni cittadine ha alimentato il malcontento della categoria, che da tempo chiede regole più stringenti per evitare sovrapposizioni e squilibri nel mercato della mobilità urbana.
Le conseguenze sulla mobilità e le reazioni del pubblico
Il doppio sciopero dei trasporti del 15 e 16 luglio 2025 ha avuto un impatto tangibile sulla vita quotidiana di pendolari e turisti. Le fasce di garanzia hanno permesso una parziale tenuta del servizio, ma in molti casi non sono riuscite a compensare del tutto la ridotta disponibilità di mezzi pubblici. In particolare, nelle aree a forte concentrazione turistica come Firenze e Pisa, la domanda di mobilità ha superato l’offerta disponibile, generando lunghe attese, sovraffollamenti e ricorso a mezzi alternativi, talvolta più costosi.
Le proteste si inseriscono in un quadro più ampio di frizione tra lavoratori del trasporto pubblico e istituzioni, con il tema del dialogo sindacale al centro di molte vertenze. La tensione tra esigenza di efficienza del servizio e tutela delle condizioni lavorative sembra destinata a rimanere una costante nei prossimi mesi, alimentata da una domanda di mobilità in continua evoluzione e da un contesto normativo spesso percepito come inadeguato o squilibrato.