UE: revisione auto obbligatoria ogni anno per veicoli oltre 10 anni

La Commissione Europea propone la revisione auto ogni anno per i veicoli con più di 10 anni, nuove ispezioni per elettriche e ADAS e un sistema digitale europeo.

revisione annuale obbligatoria

Nel solco della strategia Vision Zero, che mira ad azzerare vittime e feriti gravi sulle strade entro il 2050, la Commissione Europea ha presentato una serie di proposte che potrebbero trasformare in profondità le regole attuali sulla revisione dei veicoli. Tra le misure più discusse figura l’introduzione della revisione auto annuale obbligatoria per tutti i veicoli con più di dieci anni, una novità che avrebbe un impatto immediato su milioni di automobilisti, soprattutto nei Paesi come l’Italia dove il parco auto è mediamente più anziano.

L’obiettivo dichiarato non è colpire il portafoglio dei cittadini, ma rafforzare la sicurezza stradale e migliorare la sostenibilità ambientale, anche se ovviamente un tale provvedimento ha ripercussioni economiche non trascurabili. E per quanto il provvedimento debba ancora superare l’iter legislativo del Parlamento e del Consiglio UE, le basi per una rivoluzione della manutenzione auto in Europa sono state ormai gettate.

La nuova scadenza: ogni anno dopo il decimo anno

Oggi la revisione dei veicoli leggeri in Italia avviene dopo quattro anni dalla prima immatricolazione e successivamente ogni due. Ma se la proposta europea verrà approvata, per auto e furgoni leggeri con oltre dieci anni di vita, la revisione dovrà essere effettuata ogni dodici mesi. Si tratta di un cambiamento non trascurabile, considerando che l’età media delle auto italiane è tra le più alte in Europa.

Dal punto di vista pratico, la revisione auto annuale obbligatoria comporterà un aumento significativo della domanda di controlli presso le officine autorizzate, con la conseguente necessità di adeguare strutture e risorse umane. Un’impennata che solleva dubbi sulla capacità del sistema di gestire questo nuovo flusso e sul rischio di un ulteriore rincaro indiretto del costo medio della revisione, oggi fissato a 78,75 euro nei centri privati.

Sicurezza e ambiente: i veri obiettivi dell’Unione

Per Bruxelles, l’obiettivo non è economico, ma preventivo e strategico. Le auto più datate sono statisticamente meno sicure, meno efficienti, più inquinanti e più soggette a guasti. Per questo la Commissione intende intervenire con una logica di manutenzione più frequente che possa incidere sul numero di incidenti legati a cause meccaniche o elettroniche.

Secondo le proiezioni europee, la revisione annuale potrebbe contribuire a salvare circa 7.000 vite umane e a evitare quasi 65.000 feriti gravi tra il 2026 e il 2050. Un calcolo che tiene conto della correlazione tra affidabilità dei veicoli e sinistri stradali, e che rientra nella più ampia strategia della transizione ecologica e della sicurezza attiva e passiva del parco circolante.

Controlli su misura per auto elettriche e ADAS

Le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni hanno portato in primo piano due categorie specifiche di veicoli: quelli a propulsione elettrica e quelli dotati di sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance Systems). Entrambe le categorie saranno oggetto di controlli specifici, adattati alle rispettive architetture.

Per i veicoli elettrici, la proposta prevede test mirati su componenti critici come batteria e sistema di trazione elettrica. Una novità assoluta per le officine europee, che dovranno dotarsi di strumenti diagnostici adeguati e competenze aggiornate. Quanto agli ADAS, i nuovi test andranno a verificare il funzionamento dei sistemi di assistenza alla guida, dall’integrità del software fino all’effettiva funzionalità di radar, telecamere e sensori.

Lotta alla manomissione: contachilometri nel mirino

Uno dei punti più innovativi della proposta riguarda il contrasto alle frodi sui chilometri. Sarà obbligatoria la registrazione del chilometraggio in banche dati nazionali interoperabili, con la possibilità di uno scambio automatico di informazioni tra i Paesi membri. Si tratta di una misura pensata per colpire il fenomeno del clocking, ovvero la manipolazione del contachilometri, pratica ancora troppo diffusa nei veicoli usati.

Attraverso l’interoperabilità dei dati, sarà possibile verificare la storia del veicolo in fase di compravendita, anche se il mezzo proviene da un altro Stato UE. Una riforma che aumenterebbe trasparenza, affidabilità e sicurezza nell’intero mercato dell’usato.

Digitalizzazione e revisione senza frontiere

Un’altra novità riguarda l’introduzione di certificati digitali di revisione e immatricolazione, accessibili da remoto attraverso una piattaforma comune europea. Questa digitalizzazione punta a semplificare le procedure amministrative, facilitando anche la gestione di trasferimenti di proprietà, controlli transfrontalieri e revisioni effettuate in Paesi diversi da quello di immatricolazione.

Ad esempio, un cittadino temporaneamente residente in un altro Stato UE potrà effettuare lì la revisione periodica del proprio veicolo, e il certificato sarà valido per sei mesi anche nel Paese d’origine. Un piccolo passo verso una vera armonizzazione del mercato automobilistico europeo, che va nella direzione di una maggiore flessibilità e trasparenza.

Tempi e percorso legislativo: cosa succede ora

Le proposte della Commissione sono il primo passo di un iter che prevede l’approvazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Tradotto: i tempi saranno lunghi e gli emendamenti numerosi. Tuttavia, la direzione è tracciata e lascia intendere che una maggiore frequenza dei controlli e un sistema più tecnologicamente avanzato di revisione sono ormai inevitabili.

Per gli Stati membri, si tratterà anche di capire come sostenere l’adattamento delle officine alle nuove esigenze e come accompagnare gli automobilisti in questa transizione, evitando penalizzazioni eccessive soprattutto per chi non ha alternative economiche all’uso di auto datate.

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