Targa auto: l’impronta digitale delle nostre macchine

Targa automezzo: tutti sappiamo dove trovarla, ma la conosciamo a fondo? Ecco cos'è, a cosa serve e qual è la normativa di riferimento.

Targa dell’auto, un segno distintivo e un modo per essere sempre identificabile. La circolazione su strada dei mezzi a motore deve seguire molte regole stabilite dal Codice della Strada: una di queste riguarda la targa. Scopriamo cosa è, a cosa serve e qual è la normativa di riferimento.

Definizione e storia

Agli albori del motore a scoppio e dell’invenzione dell’automobile, avvenuta nell’ottocento, divenne urgente riuscire a identificare i veicoli su strada. I primi veicoli con targa non furono le auto, ma i velocipedi: siamo nel 1897 quando viene emanato il regio decreto 540 che stabiliva l’obbligo per le biciclette di allora di montare un codice identificativo.

Qualche anno più tardi, quando circolavano poco meno di 1000 automobili, viene emanato il primo regolamento di circolazione per le vetture che obbligava all’uso di una targa obbligatoria fissa. Questa targa auto doveva riportare il numero di licenza e il nome della provincia. Le targhe con la provincia, con diverse evoluzioni, ci hanno accompagnato fino al 1994, quando sono state introdotte le targhe alfanumeriche che oggi tutti conosciamo.

A cosa serve?

La targa serve, banalmente, a identificare sia l’auto che il proprietario. Se questo strumento non esistesse, ci sarebbero diversi problemi. Pensate agli incidenti, agli autovelox, alle ztl: le informazioni legate alla targa sono importantissime e possono far luce anche in indagini penali. Fermo restando che, oggi, si può individuare il presunto responsabile di qualcosa anche il numero di telaio (qualora fosse necessario).

targa automezzo

La normativa

La normativa vigente è molto chiara: tutti i veicoli a motore devono avere una targa. Le auto (e in generale i veicoli a 4 ruote) devono averla anteriormente e posteriormente, i motocicli solo posteriormente. Le targhe sono legate al veicolo per quanto riguarda le auto. Nel caso, invece, dei cinquantini sono legate al proprietario che può trattenerla in caso di vendita.

In caso di smarrimento, furto o deterioramento, il conducente deve seguire le regole del Codice della strada. Intanto, se la targa viene smarrita o viene rubata (sì, capita anche questo), il proprietario deve sporgere denuncia. Una volta trascorsi 15 giorni, si potrà chiedere l’emissione di una nuova targa presso la motorizzazione civile. Nel frattempo, si può circolare con una riproduzione. Le sanzioni previste vanno da 84 a 355 euro.

Se si circola con la targa consumata o nascosta, ecco una sanzione che va dai 41 ai 168 euro. Un caso particolare è quello della targa clonata: generalmente ci si accorge di questo problema solo quando arriva una multa oppure quando bussa alla nostra porta un agente delle forze dell’ordine per chiederci conto di alcuni reati che sarebbero stati commessi con la nostra auto. In questo caso bisogna immediatamente sporge denuncia.

Targhe straniere in Italia

C’è poi il caso delle targhe in Italia: chi ha veicoli immatricolati all’estero deve regolare la sua posizione entro 180 giorni. Infatti, per poter circolare con un’auto nel nostro Paese è necessario non essere residenti per più di 60 giorni. La norma non serve a punire i turisti, che possono circolare tranquillamente, ma i cosiddetti furbetti che utilizzano le targhe straniere per non pagare il bollo. Per mettersi in regola basta immatricolare l’auto presso la motorizzazione. Sono esenti i veicoli in leasing o a noleggio.

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