Revisioni camion, dal 2026 obbligatori i referti freni e gas di scarico

Dal 1° gennaio 2026 i veicoli pesanti dovranno avere referti obbligatori per freni ed emissioni durante la revisione, secondo la nuova circolare del MIT n. 20658.

Obbligo referti freni e gas

A partire dal 1° gennaio 2026, entrerà in vigore un’importante novità per il mondo del trasporto pesante che riguarda l’obbligo referti freni e gas. Tutti i veicoli con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate dovranno infatti essere sottoposti a una revisione più rigorosa, che prevede l’obbligo di refertazione per le prove freni e per le analisi dei gas di scarico. A stabilirlo è la circolare n. 20658 del 18 luglio 2025 emanata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), intitolata “Procedure operative per l’esecuzione delle attività di revisione dei veicoli pesanti – Refertazione prove di revisione”. Un documento che impone un salto di qualità nella tracciabilità delle revisioni, sia dal punto di vista della sicurezza stradale che della trasparenza amministrativa.

Cosa prevede la circolare MIT 20658 del 2025 per obbligo referti freni e gas

Secondo il testo diramato dal MIT, la revisione dei veicoli pesanti dovrà includere obbligatoriamente l’inserimento, nella documentazione finale, dei referti delle prove strumentali relative alla frenatura e all’analisi dei gas di scarico. La misura coinvolge in maniera indistinta tutte le categorie di ispettori autorizzati, siano essi dipendenti della Motorizzazione Civile o tecnici operanti presso centri di controllo esterni riconosciuti. La circolare sottolinea l’esigenza di uniformare e rendere più trasparente l’intero processo, rafforzando l’affidabilità delle prove tecniche e la correttezza della rendicontazione degli esiti da parte degli ispettori.

L’obbligo interessa quindi la totalità dei mezzi pesanti sottoposti a revisione su tutto il territorio nazionale. L’integrazione dei referti nella documentazione serve anche a rafforzare le garanzie in termini di conformità tecnica dei veicoli alla normativa vigente, assicurando un controllo più puntuale delle condizioni di sicurezza, efficienza e impatto ambientale.

Referti strumentali obbligatori: come cambia la revisione

La nuova normativa impone che i referti delle prove freni e delle emissioni di scarico diventino parte integrante della documentazione rilasciata al termine di ogni revisione. Accanto al consueto modello TT2100, già noto come “foglio giallo”, firmato dall’ispettore, dovranno essere allegati i risultati delle prove effettuate con strumentazione omologata. Per la frenatura si dovranno usare dispositivi come il frenometro o il decelerografo, in base alle caratteristiche del veicolo. L’analisi dei gas di scarico dovrà essere eseguita invece tramite opacimetro o analizzatore dei gas, scelti in funzione dell’alimentazione del motore.

Rimangono invece opzionali le altre prove strumentali, come ad esempio quelle condotte con centrafari o altre apparecchiature secondarie. L’obiettivo è concentrare gli sforzi sui due parametri ritenuti fondamentali per la sicurezza e il rispetto delle normative ambientali.

Cosa deve contenere ogni referto strumentale

Per essere valido, ogni referto strumentale dovrà essere generato automaticamente dal software associato all’apparecchiatura utilizzata per l’analisi e contenere una serie di dati standardizzati. Dovranno essere indicati chiaramente il marchio, il tipo, il numero di serie e l’omologazione dello strumento impiegato, così come la data di scadenza della taratura periodica dell’apparecchiatura stessa. Tra gli elementi obbligatori dovranno comparire anche la targa del veicolo o, in alternativa, il numero di telaio, e infine i valori misurati a confronto con i limiti di legge.

Questa standardizzazione punta a rendere oggettivo e verificabile ogni controllo tecnico, impedendo l’uso di documenti generici o privi di legame diretto con il singolo veicolo revisionato. Si tratta di un cambiamento sostanziale che andrà a incidere sulle modalità operative sia delle officine private sia degli uffici della Motorizzazione, richiedendo anche un aggiornamento della strumentazione e dei protocolli interni.

Obblighi di conservazione per gli ispettori autorizzati

La riforma non si limita al momento dell’ispezione tecnica. La circolare del MIT stabilisce che gli ispettori abilitati e autorizzati dovranno conservare la documentazione relativa alle prove strumentali e visive per almeno 48 mesi. In caso di richiesta da parte della Motorizzazione Civile territorialmente competente, sarà obbligatorio fornire una copia digitale dei documenti entro tre giorni. Inoltre, la Motorizzazione potrà richiedere in qualsiasi momento anche la produzione degli originali, che dovranno essere immediatamente reperibili.

Nel caso delle stazioni di controllo della Motorizzazione, la conservazione della documentazione dovrà avvenire seguendo le modalità consuete, con l’inclusione dell’intera istanza di revisione. Questi obblighi rafforzano la tracciabilità amministrativa e permettono eventuali verifiche a posteriori da parte degli enti di controllo.

Il ruolo delle Direzioni Territoriali della Motorizzazione

Un’ultima parte della circolare è dedicata alle Direzioni Generali Territoriali della Motorizzazione, cui viene affidato il compito di vigilare sull’applicazione concreta della nuova disciplina. Il MIT chiede che siano garantite postazioni di stampa efficienti e collocate in punti facilmente accessibili, per agevolare la refertazione da parte degli ispettori. Inoltre, ogni Direzione dovrà mettere in atto tutte le attività necessarie a garantire una applicazione uniforme delle nuove disposizioni su scala nazionale, evitando disparità tra regioni o tra centri di controllo pubblici e privati.

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