Multe stradali: aumento bloccato 2023

Nella finanziaria del Governo Meloni è previsto il blocco degli aumenti delle multe stradali per il 2023.

Multe stradali, buone notizie per tutte le persone che guidano un veicolo: gli aumenti alle sanzioni previste dal Codice della Strada sono stati bloccati. Il provvedimento è stato inserito nella Finanziaria presentata qualche giorno fa dalla premier Giorgia Meloni.

A portare davanti al Consiglio dei Ministri tale iniziativa è stato il Ministero dei Trasporti e Infrastrutture, guidato dal leghista Matteo Salvini. Gli importi delle sanzioni, infatti, sarebbero dovuti aumentare sensibilmente a partire dal primo gennaio 2023 e si sarebbero dunque sommati a tutti gli altri.

Multe stradali 2023: aumenti ogni due anni

Gli aumenti delle multe seguono l’indice Istat su base biennale, dunque il costo delle sanzioni viene aggiornato ogni due anni. Al momento, l’inflazione è molto alta, quindi gli aumenti sarebbero stati davvero onerosi per le tasche dei cittadini. L’inflazione, a ottobre 2022, ha toccato il +14,9%: un aumento così non si registrava dagli anni ’80.

A stabilire l’aggiornamento del costo delle multe è un articolo del Codice della strada, precisamente il numero 195 comma tre. Questo stabilisce che le sanzioni sono aggiornate “ogni due anni in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatesi nei due anni precedenti”.

Ogni due anni, entro il primo dicembre, il Ministeri competenti fissano i limiti delle sanzioni seguendo i criteri dell’articolo 195.

Per fare un esempio molto semplice, prendiamo la multa per l’uso del cellulare alla guida: un’infrazione considerata abbastanza grave. La multa per questa infrazione sarebbe passata da 165 euro a 190 euro.

A suggerire il blocco dell’aumento è stata l’Asaps, l’associazione della Polizia stradale. Il periodo non è esattamente dei migliori per aumentare anche le multe: con l’inflazione alle stelle e gli stipendi che non crescono mai, le famiglie italiane non se la passano proprio così bene. Ecco perché si è deciso di soprassedere, in attesa di tempi migliori.

 

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