Il marchio russo Lada torna a far parlare di sé con un progetto inedito che rompe una lunga pausa creativa. Dopo quasi trent’anni senza introdurre un nuovo crossover nella propria gamma, AvtoVAZ presenta Lada Azimut, un SUV compatto sviluppato e costruito interamente in Russia, ma con un design che strizza l’occhio al gusto europeo. In un contesto complicato come quello attuale, segnato dalle sanzioni internazionali e dall’isolamento commerciale, l’azienda decide comunque di rilanciare le proprie ambizioni con un veicolo che vuole posizionarsi al vertice dell’offerta nazionale per contenuti, qualità percepita e prezzo.
Azimut nasce come risposta moderna alle esigenze di un pubblico che, anche in Russia, guarda sempre più al mondo dei SUV urbani. La nuova vettura si distingue per un’inedita attenzione allo stile, alle finiture e all’equipaggiamento tecnologico, segnando una discontinuità con il passato del brand, storicamente legato a modelli robusti ma spartani. L’obiettivo dichiarato è quello di creare un’alternativa nazionale ai crossover occidentali, soprattutto in un momento in cui le importazioni sono limitate o cessate.
Design moderno e dettagli ispirati all’Europa
Dal punto di vista estetico, la nuova Lada Azimut si presenta con proporzioni solide e linee tese che richiamano esplicitamente modelli come Dacia Duster e Bigster. Il frontale è verticale, con sbalzo corto, un’impostazione che dona personalità e solidità visiva. Al centro della scena, spicca il motivo a “X” già utilizzato su altri modelli del marchio, in una calandra che ospita fari LED integrati con una firma luminosa decisa. L’aspetto è moderno, quasi premium, ed è pensato per trasmettere robustezza e versatilità.
Anche il posteriore colpisce per la presenza di una striscia LED a tutta larghezza, elemento oggi molto diffuso nei SUV occidentali. Il paraurti, rifinito con dettagli in stile alluminio e terminali di scarico decorativi, rafforza ulteriormente la percezione di un’auto curata. I cerchi in lega da 18 pollici, la verniciatura bicolore e i passaruota pronunciati definiscono il profilo laterale in maniera dinamica e attuale. Tutto sembra pensato per offrire una prima impressione visiva che distacchi Azimut dalla semplicità funzionale dei precedenti modelli Lada.
Un abitacolo tecnologico sviluppato in Russia
Salendo a bordo della Lada Azimut 2026, l’impressione generale cambia tono ma non ambizione. Se lo stile interno è più sobrio rispetto agli esterni, non mancano contenuti tecnologici interessanti. La plancia ospita due schermi digitali: uno per la strumentazione principale e l’altro, touchscreen da 10 pollici, dedicato al sistema di infotainment. Questo è stato sviluppato in collaborazione con due aziende tech russe, Sber e Navio, e offre funzionalità come navigatore integrato e assistente vocale.
La dotazione di serie include sei altoparlanti, una retrocamera e l’accesso keyless, elementi che confermano la volontà di offrire un’esperienza d’uso moderna anche nella versione base. Tra gli optional figurano dotazioni inusuali per il marchio, come il tetto panoramico, la ricarica wireless, il climatizzatore bizona, il portellone elettrico e persino i vetri laterali riscaldabili. Presente anche la visuale a 360 gradi, utile nei contesti urbani, e una manopola per la selezione delle modalità di guida su diversi tipi di terreno.
Tutto ciò suggerisce che, almeno a livello progettuale, la Lada Azimut non intende porsi come una semplice utilitaria rialzata, ma come un SUV vero e proprio. Un mezzo adatto sia alla città sia agli sterrati, pur con delle scelte tecniche che impongono alcune riflessioni, soprattutto sulla trazione.
Motori benzina e vocazione fuoristradistica da confermare
Al momento del lancio, previsto per il 2026, la Lada Azimut sarà disponibile esclusivamente con motori a benzina. Tre le unità previste: un 1.6 aspirato da 120 cavalli, un 1.8 da 132 cavalli e, successivamente, un 1.5 turbo da 150 cavalli. I cambi disponibili includono un manuale a sei rapporti, un CVT e un automatico destinato alla versione più potente. Si tratta di soluzioni collaudate che puntano più sulla robustezza che sulla raffinatezza tecnica, coerenti con l’impostazione del brand.
Il SUV adotta una versione aggiornata della piattaforma Vesta, già impiegata per altri modelli della casa e oggetto di un restyling tecnico nel 2022. Sono ben 1.000 i componenti nuovi o modificati rispetto alla base originale, a dimostrazione del lavoro ingegneristico svolto. L’altezza da terra, pari a 208 mm, permette una certa disinvoltura nella guida su fondi sconnessi, come strade rurali o sterrati leggeri, anche se la trazione sarà solo anteriore nella prima fase di commercializzazione.
Lada parla comunque di “capacità da fuoristrada” e di “concept all-terrain”, lasciando intendere che una versione integrale potrebbe arrivare in un secondo momento. Per ora, la scelta di proporre un SUV a trazione anteriore riflette probabilmente la necessità di contenere i costi e semplificare la produzione in un contesto industriale reso complesso dalla situazione geopolitica.
Prezzi, ambizioni e produzione
Uno degli aspetti più sorprendenti della nuova Lada Azimut è il posizionamento di prezzo. Secondo le stime diffuse dalla stampa russa, il nuovo SUV partirà da circa 2,5 milioni di rubli, ovvero 29.000 euro, con una versione full optional che potrebbe raggiungere i 35.000 euro. È un salto notevole rispetto agli altri modelli in gamma: basti pensare che la Niva Legend parte da poco più di 12.000 euro, la Niva Travel si ferma a circa 15.300 euro, mentre la Vesta in versione berlina o station wagon si muove tra 14.400 e 25.400 euro.
Azimut sarà dunque il modello più costoso del marchio, almeno fino a oggi. La produzione verrà avviata presso lo stabilimento di Togliatti nel corso del 2026, confermando l’intenzione di mantenere l’intero ciclo produttivo entro i confini russi. Per ora, anche a causa delle sanzioni internazionali e delle restrizioni all’esportazione, il modello non è destinato ai mercati esteri. Tuttavia, l’impostazione stilistica, le dotazioni e il prezzo suggeriscono che il SUV sia stato concepito anche per essere eventualmente competitivo fuori dalla Russia, qualora le condizioni politiche e commerciali dovessero cambiare.