Il mondo della Formula 1 è pronto a vivere un cambio di rotta importante con l’entrata in vigore della nuova direttiva tecnica sulle ali flessibili, prevista proprio per il weekend di Barcellona. Una questione che non lascia indifferenti appassionati e addetti ai lavori, ma che accende anche le opinioni di chi la F1 la conosce bene. Tra le voci più critiche si alza quella di Jos Verstappen, padre del quattro volte campione del mondo, che non ha usato mezzi termini per esprimere il suo dissenso riguardo alla gestione di questa tecnologia da parte della FIA e delle scuderie.
Per Jos Verstappen, la questione delle ali flessibili non è soltanto un dettaglio tecnico: rappresenta un tema centrale di equità sportiva, di rispetto delle regole e di garanzia di uno spettacolo che rimanga emozionante per tutti. Intervistato dalla testata olandese De Telegraaf, Verstappen senior ha parlato senza filtri, puntando il dito contro le scuderie che, a suo dire, hanno potuto approfittare di una zona grigia regolamentare per troppo tempo. “Alcuni team ne hanno beneficiato per troppo tempo. Non credo sia giusto”, ha dichiarato, sottolineando come questa situazione abbia inciso sull’equilibrio del campionato 2025.
Il campionato 2025 e la svolta di Barcellona
Il tema delle ali flessibili ha tenuto banco fin dalle prime battute del campionato di F1 2025, con otto gare già disputate e un campionato che sembrava avviato verso una nuova lotta al vertice. La FIA, dopo aver osservato con attenzione le dinamiche in pista, ha deciso di intervenire per riportare chiarezza e uniformità tecnica. Con la direttiva tecnica introdotta nel weekend di Barcellona, tutti i team sono stati obbligati ad adeguarsi a parametri più stringenti per quanto riguarda la flessibilità delle appendici aerodinamiche, in particolare le ali anteriori.
Jos Verstappen, da sempre molto attento alle dinamiche regolamentari e alle implicazioni per la competitività del figlio Max e del team Red Bull, ha colto l’occasione per sottolineare come la tolleranza verso queste soluzioni aerodinamiche fosse durata ben oltre il consentito. Per lui, alcune scuderie avevano trovato un modo di interpretare le regole che ha permesso di ottenere vantaggi prestazionali significativi, a scapito di chi aveva rispettato la normativa alla lettera. “Per troppo tempo la FIA ha lasciato correre – ha affermato – e questo ha creato uno scenario in cui alcuni team potevano godere di vantaggi non previsti, mentre altri rimanevano indietro.”
Un campionato più equilibrato è la chiave per uno spettacolo migliore
Jos Verstappen ha spiegato che la parità di condizioni è fondamentale per la F1, non solo per la correttezza sportiva, ma anche per la qualità dello spettacolo. “Per i tifosi e per la Formula 1, questo è uno scenario ideale – ha dichiarato – vogliono avere una stagione emozionante e non qualcuno che vinca 20 gare in modo che diventi monotono.” Le sue parole riflettono la preoccupazione di molti appassionati, che temono che un dominio incontrastato da parte di un team possa rendere prevedibile e meno interessante il campionato.
Secondo Jos Verstappen, la nuova direttiva rappresenta un passo nella giusta direzione per riportare equilibrio e incertezza nel campionato. Con le ali flessibili limitate, le squadre che avevano sfruttato questa soluzione per ottenere un vantaggio aerodinamico dovranno ora adeguarsi a standard più severi, riportando la competizione su un piano di maggiore correttezza. “Credo che ci debbano essere condizioni di parità”, ha concluso Verstappen senior, evidenziando come questa decisione possa finalmente ristabilire la giustizia tecnica dopo otto gare iniziali caratterizzate da un certo sbilanciamento.
La Red Bull e il duello con Oscar Piastri
La riflessione di Jos Verstappen si inserisce in un contesto tecnico e sportivo in cui la Red Bull, con Max al volante, si trova a 25 punti di distacco dal sorprendente Oscar Piastri. Una distanza che il team anglo-austriaco avrebbe probabilmente accettato ad inizio stagione, considerando la lotta serrata con McLaren e Ferrari, ma che oggi rappresenta un segnale di quanto la competitività si sia alzata rispetto alle stagioni passate.
Il padre di Max Verstappen è convinto che, senza le ali flessibili, le gerarchie potrebbero cambiare già a partire dal weekend di Barcellona, offrendo a Max la possibilità di recuperare terreno su Piastri. Questo perché la limitazione delle ali flessibili incide direttamente sulla gestione del carico aerodinamico e sull’efficienza in curva, due parametri fondamentali per le performance globali di una monoposto di F1. E non è un caso che le squadre più innovative sul fronte aerodinamico abbiano spinto al massimo per sviluppare soluzioni al limite della legalità.
La voce di un ex pilota che conosce la F1
Jos Verstappen parla da ex pilota e da padre, ma anche da profondo conoscitore dei meccanismi della Formula 1. Il suo occhio esperto sa riconoscere quanto le interpretazioni regolamentari possano incidere sulla classifica e sulle dinamiche di un campionato. La sua critica non è rivolta tanto alla FIA, quanto alla gestione dei controlli e delle verifiche tecniche: “Se c’è una regola, deve essere rispettata da tutti. Non puoi lasciare che qualcuno la interpreti a modo suo per troppo tempo”, ha sottolineato. È un messaggio chiaro: la credibilità dello sport passa anche per il rigore tecnico e per la certezza delle regole.
Queste dichiarazioni arrivano in un momento in cui la FIA è chiamata a dimostrare la sua fermezza nel far rispettare le nuove linee guida sulle ali flessibili. La posta in gioco non è solo tecnica, ma anche sportiva e mediatica. La Formula 1 è uno spettacolo globale che deve garantire equità a tutti i partecipanti per mantenere intatto il fascino di una disciplina che vive di velocità, ma anche di rivalità leali.
Ali flessibili e la sfida della legalità tecnica
La storia delle ali flessibili non è nuova nella Formula 1. Già in passato, diverse squadre hanno cercato di ottenere vantaggi attraverso la flessibilità delle appendici aerodinamiche, cercando di aggirare i controlli FIA con soluzioni ingegnose. La direttiva che entra in vigore a Barcellona rappresenta quindi un tentativo di riportare chiarezza e uniformità, riducendo il margine di interpretazione e imponendo parametri di rigidità più severi.
Per Jos Verstappen, questa decisione era attesa da tempo. Non tanto per penalizzare le squadre più creative, quanto per evitare che alcuni team potessero godere di un vantaggio non accessibile a tutti. È un tema di giustizia sportiva che tocca la passione di chi segue la Formula 1 da anni e vuole vedere battaglie in pista combattute ad armi pari.