Il Gran Premio di Miami 2025 avrebbe dovuto rappresentare per la Ferrari una nuova occasione per dimostrare di poter invertire la rotta in una stagione fin qui deludente. Invece, la gara americana ha messo in evidenza le crepe tecniche e gestionali che affliggono il team di Maranello. Il settimo posto di Charles Leclerc e l’ottavo di Lewis Hamilton sono il risultato finale di un weekend difficile, condizionato da problemi di assetto, strategie discutibili e un duello tra i due piloti che ha catalizzato l’attenzione, offuscando la vera emergenza: una SF-25 incapace di competere con le rivali dirette, figuriamoci con la dominante McLaren.
Leclerc-Hamilton, scontro in pista e via radio: la tensione Ferrari che distrae
Le immagini della diretta televisiva internazionale hanno mostrato una Ferrari concentrata più a gestire le posizioni interne che a puntare a un risultato concreto. Il duello tra Leclerc e Hamilton nella seconda metà di gara è diventato il tema dominante, tra sorpassi, controsorpassi e comunicazioni radio polemiche. Ma al di là dell’aspetto spettacolare, l’episodio racconta un disagio più profondo: in assenza di reale competitività, i due campioni finiscono per lottare più tra loro che contro gli avversari.
Hamilton, in particolare, era su una strategia con gomma media dopo il pit stop al giro 28, mentre Leclerc montava le dure dal giro successivo. Quando l’inglese ha raggiunto il compagno al giro 32, appariva evidente che aveva un ritmo superiore. Tuttavia, per ben sei giri è rimasto alle sue spalle, fino all’ordine di scambio impartito al giro 38. A quel punto, però, il vantaggio offerto dalle mescole più morbide era ormai esaurito. Un’occasione persa che ha frustrato Hamilton e lasciato perplesso il paddock.
Vasseur media, ma la tensione resta palpabile
Frédéric Vasseur, team principal della Scuderia Ferrari, ha provato a minimizzare la portata della disputa. Secondo il manager francese, il ritardo nella decisione sarebbe dipeso dalla necessità di capire se il passo di Hamilton fosse realmente superiore o solo un effetto del DRS. Un’analisi che, con il senno di poi, ha generato un danno maggiore di quanto si volesse evitare. “Abbiamo preso una decisione difficile – ha ammesso Vasseur – ma entrambi i piloti hanno eseguito l’ordine, senza creare tensioni a lungo termine”.
Dopo la gara, Vasseur ha anche sottolineato come Hamilton fosse “di buon umore”, loquace e addirittura divertito dalla gara. Una dichiarazione che cerca di gettare acqua sul fuoco, ma che non cancella l’impressione di un equilibrio interno fragile e facilmente compromettibile. In una stagione in cui la Ferrari ha bisogno di compattezza e lucidità, il rischio che le dinamiche interne diventino un problema concreto è tutt’altro che remoto.
SF-25, la vera delusione: prestazioni lontane dalle aspettative
Il vero nodo emerso a Miami, tuttavia, è quello puramente tecnico. La SF-25 continua a mostrare limiti evidenti, soprattutto quando messa a confronto con le rivali. La gara americana ha messo a nudo l’impotenza della monoposto italiana: Leclerc ha chiuso a 57 secondi da Piastri, Hamilton addirittura con un minuto di ritardo. Ma ciò che più preoccupa è il distacco maturato anche dalle dirette concorrenti. Il monegasco ha incassato venti secondi da Russell e quasi dieci da Albon, al volante di una sorprendente Williams.
Anche Vasseur, con onestà, ha riconosciuto i limiti. “La McLaren era su un altro pianeta – ha dichiarato – ma avremmo potuto essere in lotta con Red Bull e Mercedes”. Una dichiarazione che sa di ammissione di inferiorità strutturale, visto che per la Ferrari non è più neppure realistico ambire alla vittoria: ora il confronto si fa sul secondo o terzo gradino del podio. Un ridimensionamento evidente rispetto alle ambizioni della vigilia.
Qualifiche disastrose e strategie poco incisive
La domenica difficile è stata anticipata da un sabato da dimenticare. Nelle qualifiche, sia Leclerc che Hamilton hanno faticato a sfruttare le gomme nuove, chiudendo in ottava e dodicesima posizione. Una partenza così arretrata ha compromesso fin dall’inizio ogni chance di gara di vertice. Vero, Leclerc ha poi segnato il quarto miglior giro assoluto, a un decimo da Russell e pari a Verstappen, ma il passo gara da solo non basta. In una Formula 1 sempre più serrata, la posizione sulla griglia è cruciale, e partire così indietro condanna anche le prestazioni più solide a una lotta per la zona punti, non per il podio.
Uno snodo decisivo in arrivo: il trittico europeo
Il prossimo appuntamento con il campionato vedrà la F1 sbarcare in Europa, con la tripla trasferta Imola-Monaco-Barcellona. Un trittico fondamentale non solo per le classifiche, ma per le scelte strategiche future. Come ammesso da Vasseur, la Scuderia dovrà decidere se continuare a sviluppare la SF-25 o iniziare a spostare risorse sul progetto 2026, con le nuove normative che entreranno in vigore. Una scelta tutt’altro che semplice, ma che potrebbe segnare il destino non solo della stagione in corso, ma anche della competitività futura del Cavallino Rampante.
A Barcellona, intanto, sono attesi aggiornamenti tecnici importanti, anche in risposta alle nuove norme sulla flessibilità dell’ala anteriore. Prima, però, ci saranno piccoli sviluppi a Imola e Monaco, che serviranno a valutare se esista ancora margine per una reazione concreta. La fiducia, nelle parole ufficiali, non manca. Ma il tempo stringe, e il rischio che la SF-25 si avvii verso un destino da “incompiuta” è più concreto che mai.
Il potenziale bloccato e la corsa contro il tempo
Vasseur e i tecnici della Ferrari continuano a ripetere che nella SF-25 esiste un potenziale inespresso, un progetto che, se sbloccato, potrebbe ancora dire la sua. Ma è proprio il tempo la risorsa che inizia a mancare. Le settimane scorrono, i GP si susseguono, e la forbice dalle prestazioni delle migliori si allarga. Le soluzioni sembrano non bastare, gli aggiornamenti finora non hanno prodotto il salto di qualità atteso. Ed è qui che il rischio di una stagione interlocutoria, l’ennesima, inizia a farsi realtà.