Un nuovo scossone arriva dal GP di Las Vegas 2025, dove la FIA ha ufficialmente comunicato la squalifica delle due McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri per una violazione del Regolamento Tecnico. La decisione, giunta diverse ore dopo la bandiera a scacchi, ha stravolto l’esito della gara e, soprattutto, ha riaperto la lotta per il titolo mondiale di Formula 1. L’irregolarità riguarda l’eccessivo consumo del plank, la sezione inferiore del fondo delle monoposto, elemento soggetto a tolleranze molto precise stabilite dal regolamento.
L’esclusione delle due vetture di Woking, comunicate intorno alle 10:45 italiane, è stata il risultato di un’indagine approfondita condotta dai tecnici federali e dai commissari di gara. Entrambe le monoposto, infatti, sono risultate non conformi ai requisiti minimi previsti dall’articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico FIA, che impone uno spessore minimo di nove millimetri per i pattini del fondo. Secondo le verifiche, il consumo dei pattini posteriori era inferiore alla soglia consentita, confermando così una violazione tecnica oggettiva.
Squalifica McLaren: le motivazioni ufficiali della FIA e il ruolo dei commissari
Nel comunicato rilasciato poche ore dopo la conclusione del GP, la FIA ha spiegato nei dettagli i motivi della decisione che ha portato alla squalifica della McLaren. Le misurazioni iniziali avevano già evidenziato un consumo eccessivo del fondo, ma i commissari hanno voluto procedere a un nuovo controllo alla presenza dei rappresentanti McLaren. Anche la seconda misurazione ha confermato la non conformità, con valori ancora inferiori rispetto a quelli registrati in precedenza dal delegato tecnico Jo Bauer.
I commissari hanno quindi stabilito che si trattava di una violazione diretta del regolamento tecnico, che prevede come sanzione automatica la squalifica dalla competizione. Pur riconoscendo che non vi era alcuna intenzione da parte del team di eludere le regole, la FIA ha precisato che non esiste margine interpretativo per applicare penalità alternative. Si tratta di una posizione coerente con le decisioni precedenti in casi simili, come le esclusioni di Lewis Hamilton in Cina e Nico Hulkenberg in Bahrain nel corso della stessa stagione.
Le argomentazioni difensive di McLaren
Il team di Woking ha cercato di difendersi sostenendo che la violazione fosse frutto di circostanze straordinarie e non di un vantaggio prestazionale intenzionale. In particolare, i tecnici della scuderia hanno evidenziato come nel corso del weekend si fossero verificati episodi di porpoising imprevisto, il fenomeno di oscillazione verticale che può alterare il comportamento aerodinamico del fondo vettura. Inoltre, le opportunità di test sarebbero state ridotte a causa delle condizioni meteo e delle sessioni di prove libere accorciate, interrotte in parte per il noto problema del tombino che aveva causato la sospensione della seconda sessione.
Secondo McLaren, questi fattori avrebbero contribuito a un’usura anomala del pattino, superiore alle aspettative. Tuttavia, la FIA non ha accettato la tesi della squadra, sottolineando che non sono previste eccezioni al regolamento tecnico. I commissari hanno ricordato che la Corte d’Appello Internazionale ha più volte ribadito l’impossibilità di mitigare la squalifica in caso di violazioni oggettive di natura tecnica. Così, nonostante il riconoscimento della buona fede del team, la decisione di esclusione è rimasta invariata.
Il plank sotto accusa: un componente decisivo
Alla base della squalifica c’è un elemento spesso trascurato dal grande pubblico, ma cruciale nell’architettura aerodinamica delle monoposto moderne: il plank, o pattino, posto sul fondo della vettura. Introdotto per motivi di sicurezza negli anni ’90, questo componente serve a limitare l’altezza minima dal suolo e a impedire che le auto viaggino troppo schiacciate sull’asfalto, condizione che potrebbe generare carichi eccessivi e pericolosi per il telaio. Il plank è realizzato in materiale composito e ha uno spessore standard di 10 millimetri. Il regolamento consente un consumo massimo di 1 millimetro, con un margine minimo di 9 millimetri alla fine della gara.
Nel caso di Las Vegas, le McLaren di Norris e Piastri hanno mostrato un’usura superiore, probabilmente dovuta alle caratteristiche del tracciato e alle impostazioni di assetto scelte per massimizzare la velocità di punta. Le lunghe rettilinee e le frenate violente del circuito cittadino, unite alle basse temperature dell’asfalto, possono aver accentuato il fenomeno, causando il progressivo deterioramento del fondo. Un dettaglio tecnico che, pur non garantendo un vantaggio diretto, rappresenta una violazione oggettiva delle regole e comporta la sanzione più severa.
I segnali in gara e il comportamento di Norris
Durante la corsa, alcuni osservatori avevano già notato comportamenti anomali da parte di Lando Norris, che negli ultimi giri aveva ridotto il ritmo in modo insolito, alzando il piede in rettilineo e restando più a lungo nella scia di George Russell. Inizialmente si era ipotizzato un problema di consumo carburante, ma in realtà potrebbe essersi trattato di un tentativo per limitare l’usura del fondo. Ridurre la velocità di punta e sfruttare il DRS, infatti, comporta un minore carico aerodinamico e quindi una minore pressione verticale sull’asfalto, con conseguente riduzione dello sfregamento del plank.
Strategie simili sono già state utilizzate in passato da altri team, come la Ferrari, che aveva chiesto a Charles Leclerc di effettuare il “lift and coast” a Barcellona per evitare danni al fondo. Tuttavia, nel caso di McLaren, la misura non è stata sufficiente a evitare l’infrazione, e la squalifica è arrivata inesorabile.
L’impatto della qualifica McLaren sulla classifica e sul Mondiale
La squalifica delle due McLaren ha avuto un impatto immediato sull’ordine d’arrivo e sulla classifica mondiale. Con l’esclusione di Norris e Piastri, la vittoria del GP di Las Vegas è rimasta a Max Verstappen, che ha così recuperato preziosi punti nella corsa al titolo. Alle sue spalle, il secondo posto è stato assegnato a George Russell, mentre il giovane Kimi Antonelli ha conquistato un sorprendente terzo posto, salendo sul podio in una delle gare più imprevedibili della stagione.
Per la Ferrari, la squalifica dei rivali ha rappresentato un’occasione mancata solo in parte. Charles Leclerc ha chiuso al quarto posto, sfiorando il podio per poco più di un decimo di secondo, dopo essere stato penalizzato per falsa partenza. In zona punti sono poi entrate anche le due Haas di Esteban Ocon e Oliver Bearman, che hanno beneficiato della rimozione delle due McLaren dalla classifica finale.
La nuova classifica piloti riflette ora un equilibrio completamente diverso rispetto a poche ore prima della squalifica. Lando Norris resta leader con 24 punti di vantaggio, ma vede il suo margine ridursi sensibilmente su Oscar Piastri e Max Verstappen, ora appaiati a quota 366 punti. Una situazione che riapre completamente la corsa al titolo a poche gare dalla fine del campionato, restituendo all’olandese della Red Bull una possibilità concreta di rimonta.
Le conseguenze sportive e l’immagine del team
La decisione della FIA non influisce solo sulla classifica, ma anche sull’immagine del team di Woking, che fino a Las Vegas aveva dominato la stagione con risultati costanti e prestazioni eccezionali. La doppia squalifica rappresenta un duro colpo per una squadra che negli ultimi anni ha costruito la propria rinascita su solidità tecnica e trasparenza regolamentare. L’episodio ricorda come, in Formula 1, anche un dettaglio tecnico apparentemente marginale possa ribaltare interi campionati.
La McLaren, pur accettando la decisione, ha sottolineato che si è trattato di un episodio sfortunato, aggravato dalle condizioni particolari della pista di Las Vegas e dalla difficoltà di raccogliere dati affidabili durante le prove libere. Le parole del direttore tecnico Andrea Stella hanno confermato la volontà di analizzare l’accaduto in modo costruttivo per evitare il ripetersi di situazioni simili. La squadra ha inoltre escluso la possibilità di un ricorso, riconoscendo la validità della decisione federale e concentrandosi sulle gare rimanenti per difendere la leadership nel campionato costruttori.
Un precedente pesante in un finale di stagione teso
La squalifica di Las Vegas si aggiunge a una serie di episodi regolamentari che hanno caratterizzato la stagione 2025, segnata da verifiche tecniche sempre più scrupolose e da un inasprimento dei controlli post-gara. L’attenzione crescente della FIA sulle componenti aerodinamiche, in particolare sui fondi e sui pattini, riflette la volontà di garantire la massima equità in un contesto dove ogni millimetro può fare la differenza. Il caso McLaren sarà probabilmente ricordato come uno dei più discussi dell’anno, tanto per le implicazioni tecniche quanto per le ripercussioni sportive.
Il mondiale, ora, è più aperto che mai. Le ultime gare si annunciano decisive, con tre piloti in lotta per il titolo e un equilibrio tecnico sempre più sottile. La Formula 1 conferma ancora una volta quanto sia spietata nella sua precisione regolamentare, dove l’interpretazione delle regole e la gestione dei dettagli possono cambiare il destino di un’intera stagione. A Las Vegas, la McLaren ne ha avuto la prova più amara.







