Dodge Hornet, Stellantis sospende la produzione: pesa il dazio del 25%

Stellantis blocca la produzione della Dodge Hornet per il Model Year 2026. Decisivi il dazio USA del 25% e un crollo delle vendite che tocca il -64% nel secondo trimestre.

dodge hornet

Il gruppo Stellantis ha ufficializzato una decisione destinata ad avere ripercussioni importanti sia sul mercato statunitense che sull’industria automobilistica italiana. La produzione della Dodge Hornet, il SUV gemello dell’Alfa Romeo Tonale, sarà sospesa a partire dal Model Year 2026, una scelta che nasce da una complessa combinazione di fattori economici e politici, in particolare legati al regime tariffario degli Stati Uniti. La vettura, prodotta nello stabilimento campano di Pomigliano d’Arco, ha subito nelle ultime settimane un forte rallentamento dei volumi e delle vendite, ma è soprattutto l’impatto del dazio doganale del 25% ad aver costretto Stellantis a rivedere i propri piani.

I dazi doganali USA e l’impatto sulle importazioni europee

Al centro della questione c’è la crescente tensione commerciale tra Washington e Bruxelles, che ha portato all’introduzione di tariffe del 25% sui veicoli importati dall’Unione Europea. Una misura che colpisce direttamente modelli come la Dodge Hornet, progettata per il mercato americano ma realizzata interamente in Italia.

La decisione dell’amministrazione statunitense di mantenere queste tariffe ha reso economicamente svantaggiosa l’esportazione di modelli prodotti fuori dagli USA, portando a un inevitabile ripensamento da parte delle case automobilistiche europee. Stellantis, che aveva scelto di unificare le linee produttive di Hornet e Tonale nello stesso impianto di Pomigliano, ha dovuto prendere atto di una situazione che al momento appare priva di soluzioni a breve termine. Le trattative in corso tra le due sponde dell’Atlantico non hanno ancora prodotto risultati tangibili, e la possibilità di una guerra commerciale resta sullo sfondo.

Il crollo dei volumi produttivi nello stabilimento di Pomigliano

A certificare la crisi del progetto Dodge Hornet non ci sono solo i problemi legati alle tariffe, ma anche un crollo verticale dei volumi produttivi. Secondo quanto riportato dal sindacato Fim-Cisl, nei primi sei mesi del 2025 dallo stabilimento di Pomigliano sono usciti appena 1.360 esemplari, un dato che rappresenta un calo del 90% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Una frenata che ha messo in evidenza una perdita di slancio anche nella domanda di mercato, aggravata ulteriormente dalla concorrenza interna e da una crescente incertezza politica ed economica sul mercato nordamericano. Pomigliano, che rappresenta una delle fabbriche simbolo del rilancio industriale del Sud Italia, si trova ora a fare i conti con l’interruzione di una delle sue linee di produzione strategiche, mentre il gemello Alfa Romeo Tonale continua, per il momento, a essere assemblato secondo i piani prestabiliti.

Un SUV nato per l’America ma penalizzato dalle sue origini europee

Lanciata con ambizioni elevate e posizionata per inserirsi nel segmento più competitivo degli Sport Utility Vehicle compatti, la Dodge Hornet si è subito proposta come l’anello di congiunzione tra lo stile italiano e le esigenze del mercato americano. La parentela con l’Alfa Romeo Tonale, da cui deriva in tutto e per tutto, non ha però favorito un’identità chiara e definita. E nonostante le buone prestazioni registrate all’inizio della sua carriera commerciale, le vendite si sono rapidamente sgonfiate. Il fatto che l’auto venga assemblata in Europa è diventato un problema strutturale alla luce delle recenti decisioni protezionistiche statunitensi.

La tariffa del 25% imposta da Washington ha alzato in modo sensibile i costi di importazione, riducendo la competitività di un prodotto che, pur essendo venduto con marchio americano, nasce fuori dai confini statunitensi. Una situazione paradossale che oggi pesa sull’intera strategia di prodotto della casa madre.

Crollo delle vendite negli Stati Uniti: dati impietosi

Ad aggravare ulteriormente la crisi del modello Dodge Hornet è arrivato anche il drastico calo delle immatricolazioni. I dati ufficiali diffusi da Stellantis mostrano che nel primo semestre del 2025 le vendite negli Stati Uniti si sono fermate a 5.647 unità, con un calo del 52% rispetto all’anno precedente. Ma è nel secondo trimestre che la situazione si è fatta drammatica: solo 1.539 esemplari venduti, in picchiata del 64% su base annua. Numeri che confermano un raffreddamento profondo dell’interesse del pubblico americano verso il SUV compatto europeo travestito da Dodge. Il posizionamento nel segmento, i costi legati ai dazi e una comunicazione non sempre coerente con le attese del target hanno contribuito a rendere sempre meno appetibile il modello sul mercato.

La strategia di Stellantis e il peso della geopolitica

Il blocco alla produzione della Dodge Hornet si inserisce in un quadro molto più ampio di ridefinizione delle strategie industriali di Stellantis. Il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha sempre cercato di sfruttare la flessibilità produttiva delle sue piattaforme globali, ma si trova ora di fronte a un contesto internazionale dove le logiche protezionistiche stanno tornando prepotentemente a dettare le regole. La scelta di sospendere la Hornet non è dunque solo una risposta a un problema commerciale, ma anche un segnale di come le politiche economiche internazionali siano diventate determinanti nelle scelte industriali delle grandi case automobilistiche. Le trattative in corso tra Unione Europea e Stati Uniti potrebbero cambiare nuovamente le regole del gioco, ma al momento Stellantis ha scelto di muoversi con cautela, posticipando la produzione in attesa di maggiore chiarezza sul fronte normativo.

Vota