Il Piemonte si prepara ad affrontare una trasformazione profonda nella gestione della mobilità urbana con una delle misure ambientali più rilevanti degli ultimi anni. A partire dal 1° ottobre 2025, entrerà infatti in vigore il blocco della circolazione per le auto diesel Euro 5 in Piemonte, una decisione contenuta nel Piano per la Qualità dell’Aria 2024-2030, approvato dalla Giunta regionale lo scorso dicembre e ufficializzata l’8 maggio durante un Question Time. Il provvedimento punta a ridurre inquinamento e polveri sottili nei centri urbani, segnando una svolta significativa nella politica ambientale del territorio.
Blocco diesel Euro 5 in Piemonte: la stretta ambientale che cambia la mobilità urbana
Il divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 5 era stato già inserito nei piani delle amministrazioni locali nel 2023. L’entrata in vigore era prevista per il 1° ottobre di quell’anno, ma un intervento del governo ne aveva sospeso l’applicazione, concedendo una proroga fino al 30 settembre 2025. Questa decisione era parte di un’intesa con le regioni del bacino padano – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – con l’obiettivo di sperimentare misure alternative al blocco della circolazione, in linea con le direttive europee sulla qualità dell’aria. Tuttavia, con l’approvazione del nuovo Piano regionale, il Piemonte ha confermato la volontà di procedere con il provvedimento, nonostante le possibili ricadute sulla mobilità di migliaia di cittadini.
Le aree interessate dal divieto e il calendario dei blocchi
Il blocco riguarderà Torino e tutti i comuni con oltre 30.000 abitanti, coinvolgendo direttamente i centri urbani dove la densità del traffico e l’inquinamento atmosferico sono più elevati. In totale, la misura interesserà circa 250.000 auto diesel Euro 5, pari all’8% del parco auto regionale. Si tratta di veicoli immatricolati tra il 1° settembre 2011 e il 1° settembre 2015, ancora ampiamente diffusi tra le famiglie piemontesi.
Il blocco sarà attivo ogni anno dal 15 settembre al 15 aprile successivo, seguendo quindi una logica stagionale legata al periodo più critico per la qualità dell’aria. Nel 2025, l’entrata in vigore è fissata al 1° ottobre e si protrarrà fino al 15 aprile 2026. Le fasce orarie previste sono piuttosto restrittive: dalle 8.30 alle 18.30 nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, lasciando spazio alla circolazione nei weekend e nelle ore serali.
Blocco delle auto diesel euro 5 in Piemonte: le motivazioni ambientali
Alla base del blocco vi è la necessità di rispondere alle direttive europee sulla qualità dell’aria e alle criticità legate all’inquinamento da biossido di azoto (NO2) e polveri sottili (PM10), elementi per i quali molte città italiane – Torino in primis – continuano a superare sistematicamente i limiti imposti dall’Unione Europea. La regione intende così contribuire in maniera significativa alla riduzione delle emissioni prodotte dai veicoli più obsoleti, ritenuti responsabili di una parte consistente dell’inquinamento urbano.
Non a caso, il Piano regionale punta anche a incoraggiare il ricambio del parco circolante, promuovendo una mobilità più sostenibile e incentivando l’uso di veicoli a basse o zero emissioni, come le auto elettriche e ibride plug-in, ormai sempre più diffuse anche grazie agli incentivi nazionali e regionali degli ultimi anni.
Sanzioni e controlli: cosa rischia chi trasgredisce
Chi verrà sorpreso alla guida di un’auto diesel Euro 5 in orario vietato sarà soggetto a una sanzione amministrativa di 168 euro. In caso di recidiva, ovvero due infrazioni identiche nell’arco di due anni, la pena sarà ancora più severa: oltre alla multa, scatterà infatti la sospensione della patente per un periodo compreso tra 15 e 30 giorni. A prevederlo è l’articolo 7, comma 13-bis del Codice della Strada, introdotto proprio per dare maggior forza alle misure antismog nei centri urbani.
Il sistema di controlli sarà gestito attraverso un mix tra pattugliamenti fisici e telecamere, soprattutto nei varchi ZTL e nelle zone a traffico controllato. Non sono escluse collaborazioni con la polizia municipale e con gli enti territoriali per garantire il massimo rispetto della normativa.
Le reazioni dei cittadini e delle associazioni
La decisione della Regione ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, le associazioni ambientaliste hanno accolto con favore l’annuncio, sottolineando l’urgenza di adottare misure strutturali per contrastare lo smog e migliorare la salute pubblica. Dall’altra, associazioni dei consumatori e automobilisti hanno espresso preoccupazione per l’impatto economico su quelle famiglie che, in assenza di nuovi incentivi o bonus per la rottamazione, si troveranno costrette ad anticipare la sostituzione della propria auto, spesso senza le risorse economiche necessarie.
Molti automobilisti chiedono inoltre che il blocco sia accompagnato da alternative di mobilità reali, come il potenziamento del trasporto pubblico o incentivi più accessibili per l’acquisto di veicoli meno inquinanti. Un equilibrio difficile da raggiungere, ma fondamentale per garantire che la transizione ecologica non diventi un peso eccessivo per le fasce più deboli della popolazione.
Il Piemonte come laboratorio della mobilità sostenibile
Con questa decisione, il Piemonte si candida a essere un laboratorio di mobilità sostenibile nel Nord Italia, seguendo un percorso già avviato da altre regioni europee e anticipando, in parte, quelle che potrebbero diventare politiche nazionali nei prossimi anni. È probabile, infatti, che anche Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto procedano nei prossimi mesi con misure analoghe, soprattutto in considerazione delle pressioni dell’UE per il rispetto dei limiti ambientali e delle sentenze già emesse contro l’Italia per l’inosservanza degli standard.