Nel cuore dello stabilimento di Mirafiori, presso l’Heritage Hub di Stellantis a Torino, è stata inaugurata una mostra temporanea dedicata a Dante Giacosa, figura centrale dell’ingegneria automobilistica italiana del Novecento. L’occasione è il 120° anniversario della sua nascita, un traguardo che Stellantis Heritage ha deciso di celebrare con un allestimento che unisce storia, cultura industriale e visione del futuro. L’esposizione è visitabile fino a settembre 2025 e rappresenta un viaggio unico nella mente creativa di un progettista che ha rivoluzionato il concetto stesso di mobilità.
Il percorso espositivo si apre all’interno dell’ex Officina 81 di via Plava, nel cuore dello storico sito produttivo FIAT di Mirafiori. È qui che prende vita un racconto per immagini, stile e innovazione, attraverso una selezione di dieci vetture simbolo che portano la firma di Dante Giacosa, esposte all’ingresso dell’Hub. Ma la mostra si sviluppa anche in profondità, tra i corridoi dell’Heritage Hub, dove alcune creazioni meno note ma fondamentali per la storia dell’auto italiana vengono finalmente riportate sotto i riflettori.
Un percorso nella storia dell’automobile italiana
La mostra Stellantis Heritage non è solo un tributo biografico. È un viaggio dentro la trasformazione della mobilità italiana ed europea, vissuta attraverso gli occhi e la mente di un uomo che, per oltre quarant’anni, ha guidato l’ingegneria e lo stile della FIAT. Giacosa ha saputo coniugare rigore tecnico e cultura umanistica, creando vetture che non erano semplici oggetti industriali, ma veri strumenti di emancipazione sociale.
Il racconto si snoda attraverso modelli che hanno fatto epoca: dalla prima 500 Topolino, nata negli anni Trenta e diventata simbolo di accessibilità, alla Fiat 600 Multipla, capostipite delle monovolume moderne. Le auto in mostra raccontano molto più della loro carrozzeria: ciascuna è un manifesto di mobilità democratica, efficienza tecnica e visione progettuale. E proprio in questa chiave, la mostra riesce a restituire l’impatto culturale di un progettista che ha saputo anticipare bisogni e tendenze, aprendo strade che avrebbero poi influenzato l’intero settore automobilistico europeo.
Le dieci icone di Dante Giacosa esposte all’Heritage Hub
Il cuore dell’allestimento ruota attorno a dieci modelli iconici. Tra questi spicca la Fiat 500 “Topolino”, qui presente nella versione 500B del 1948, una delle prime vetture italiane a coniugare compattezza, affidabilità e costi contenuti. Accanto a lei trova spazio la Fiat Campagnola, presentata nel 1951, primo fuoristrada di grande serie italiano, protagonista di spedizioni civili e militari. La Fiat 600 Multipla del 1956 rappresenta un altro capolavoro, con la sua capacità di trasportare sei persone in poco più di tre metri, rivoluzionando il concetto stesso di abitabilità.
Tra i modelli più amati spicca la Nuova 500 del 1957, la piccola utilitaria che ha motorizzato l’Italia del dopoguerra, prodotta in milioni di esemplari e divenuta un’icona del design funzionale. La sua versione allungata, la 500 Giardiniera, fu la prima vera station wagon urbana del marchio torinese. Non mancano poi vetture che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, come la Fiat 124, “Auto dell’Anno” 1967, e la Fiat 128, prima con motore anteriore trasversale e trazione anteriore, eletta “Auto dell’Anno” 1970. A completare la rassegna anche l’Autobianchi A112, la Fiat 130, ammiraglia di prestigio, e la Fiat 126, evoluzione moderna della 500 che ha chiuso l’epoca del motore posteriore in casa Fiat.
Il Prototipo 100 e il ruolo della Fiat 600
Un posto speciale è riservato al Prototipo 100, conservato nei corridoi dell’Heritage Hub e oggi riscoperto grazie a questa mostra. Si tratta dell’archetipo della Fiat 600, modello che nel 2025 celebra il 70° anniversario. Lanciata nel 1955 al Salone di Ginevra, la 600 rappresentò una vera svolta per la mobilità italiana, affiancando e poi superando la Topolino. Con un motore posteriore da 633 cc e 21,5 cavalli, trazione posteriore, scocca portante e sospensioni indipendenti, la Fiat 600 si fece apprezzare per la sua efficienza tecnica e per il prezzo accessibile.
L’esposizione valorizza non solo l’auto finita ma anche il processo progettuale che ne ha permesso la nascita. I fari, spostati dal cofano ai parafanghi, le portiere incernierate posteriormente e il divanetto posteriore ribaltabile raccontano la capacità di Giacosa di semplificare problemi complessi senza rinunciare alla funzionalità. L’auto si impose presto sul mercato e conobbe evoluzioni significative, come la 600D del 1960 con cilindrata aumentata e prestazioni migliorate. Il suo successo fu tale che, con oltre 4,9 milioni di unità prodotte, la 600 divenne un riferimento non solo in Italia ma anche in mercati esteri.
L’eredità tecnica e culturale di un progettista senza tempo
L’intera mostra si configura come un omaggio alla straordinaria carriera di Dante Giacosa, che ha firmato non solo automobili ma veri e propri pezzi di storia industriale. Entrato in FIAT nel 1928, fu nominato direttore tecnico nel dopoguerra e da allora guidò la progettazione di tutti i modelli chiave del marchio torinese. Con la Nuova 500 ottenne il prestigioso Compasso d’Oro nel 1959. Con la Primula, realizzata in collaborazione con Autobianchi, introdusse in Italia la formula motore anteriore e trazione anteriore, poi adottata dalla Fiat 128.
La mostra non trascura l’aspetto umano e intellettuale di Giacosa: i suoi studi classici, la docenza al Politecnico di Torino, i 62 brevetti registrati e le pubblicazioni tecniche come “Motori Endotermici” raccontano di un uomo capace di fondere scienza e cultura, intuizione e metodo. La sua frase più celebre, “Progettare è anche valutare le difficoltà, individuare i problemi essenziali e risolverli nel modo più semplice e completo”, è oggi più attuale che mai. Ed è proprio questo spirito, tra eleganza funzionale e razionalità creativa, a emergere con forza in ogni angolo dell’allestimento.
La 1000 Miglia 2025 e il passaggio di testimone con le nuove Fiat 600
Il legame tra passato e presente trova una delle sue espressioni più toccanti nella partecipazione della Fiat 600 del 1955 alla 1000 Miglia 2025. Il modello, custodito dal Centro Storico FIAT di Torino, ha percorso con successo l’impegnativo tragitto grazie all’equipaggio femminile composto da Laura Confalonieri e Valentina Menassi. Un gesto simbolico che rafforza il ponte tra le utilitarie eroiche del passato e le eredi contemporanee.
Alla stessa manifestazione hanno preso parte due modelli moderni che testimoniano la continuità della visione giacosiana: la Fiat 600 Hybrid, nuova “family mover” ibrida del marchio torinese, e l’Abarth 600e, la più potente mai prodotta dal marchio dello Scorpione, con 280 cavalli e scatto da 0 a 100 km/h in 5,85 secondi. È un passaggio di testimone concreto e ideale, in cui la storia e l’innovazione si incontrano sulle stesse strade percorse dai pionieri della mobilità italiana.