L’Art Car di Alexander Calder ritorna a Le Mans: 50 anni di mito in movimento

L’iconica BMW 3.0 CSL di Alexander Calder torna a sfilare a Le Mans Classic 2025, 50 anni dopo. Una celebrazione che unisce arte, corse e innovazione senza tempo.

BMW Art Car Calder

Dopo mezzo secolo, la prima BMW Art Car di Alexander Calder ritorna sul circuito della 24 Ore di Le Mans, là dove tutto ebbe inizio. In occasione della Le Mans Classic 2025, il celebre modello dipinto dall’artista statunitense sfilerà nella sua versione Artist’s Proof, frutto di una collaborazione tra la Fondazione Calder e BMW Group Classic. Si tratta di un ritorno simbolico, che rievoca il momento in cui, nel 1975, arte e velocità si incontrarono per la prima volta, dando vita a un linguaggio nuovo per l’automobile sportiva. Il giro cerimoniale, previsto per domenica 6 luglio tra le 9:45 e le 10:25, vedrà al volante due figure chiave: Hervé Poulain, l’ideatore delle Art Car BMW, e Alexander SC Rower, nipote di Calder e attuale presidente della fondazione dedicata all’artista. Non si tratta solo di un tributo commemorativo, ma di un gesto che riafferma l’intento originario del progetto: trasformare la macchina da corsa in un’opera d’arte in movimento.

1975-2025: una celebrazione lunga cinquant’anni

Il 2025 rappresenta un doppio anniversario per la casa di Monaco: cinquant’anni dalla nascita della BMW Art Car Collection e cinquant’anni dalla nascita della BMW Serie 3, uno dei modelli più longevi e venduti al mondo, con oltre 20 milioni di unità prodotte. La scelta di far tornare l’opera di Calder a Le Mans è legata proprio a questo doppio traguardo. Il legame tra la BMW 3.0 CSL Art Car e la pista è indissolubile. La vettura partecipò infatti alla 24 Ore di Le Mans nel 1975, suscitando stupore tra pubblico e addetti ai lavori per la sua livrea audace, lontana dalle convenzioni estetiche dell’automobilismo sportivo. Alexander Calder, esponente di spicco della scultura cinetica e del movimento modernista americano, interpretò la carrozzeria come una tela tridimensionale, trasformando l’auto in una scultura viva, capace di fondere velocità, colore e forma.

Il sogno visionario di Hervé Poulain

L’origine della BMW Art Car Collection si deve a Hervé Poulain, pilota e banditore d’asta francese, che volle creare un ponte tra le arti visive e l’industria automobilistica. Insieme a Jochen Neerpasch, allora direttore del reparto Motorsport di BMW, coinvolse Calder in un esperimento che sarebbe divenuto leggenda. L’idea era tanto semplice quanto rivoluzionaria: affidare a un artista di fama internazionale il compito di personalizzare un’auto da corsa, non per puro esercizio estetico, ma per portarla in pista, davanti al pubblico, in gara. L’Art Car BMW 3.0 CSL fu la prima di una lunga serie di progetti simili, ma rimane ancora oggi uno dei più iconici per la potenza simbolica del gesto. Secondo Poulain, fu una risposta visiva e concettuale al clima cupo dello shock petrolifero, un messaggio di ottimismo e fiducia nel progresso, in un momento storico in cui il futuro sembrava incerto.

La scultura rotolante che unisce arte e ingegneria

L’estetica della BMW Art Car Calder è al tempo stesso potente e giocosa. Il rosso, il giallo e il blu si mescolano sulla carrozzeria della 3.0 CSL, accentuando le linee aerodinamiche e rendendo l’oggetto tecnico una scultura rotolante. È in questa fusione di discipline che il progetto trova la sua forza. L’auto non è solo un mezzo tecnico o una tela dipinta: è una forma ibrida, dinamica, in grado di stimolare lo sguardo e l’immaginario. L’intuizione di Calder fu quella di non limitarsi a decorare, ma di interagire con la forma, usando il movimento come parte integrante dell’opera. In pista, l’Art Car non perdeva il suo valore estetico: lo esaltava. Ogni curva, ogni accelerazione, ogni vibrazione diventava parte della performance artistica.

La collezione Art Car: cinquant’anni di evoluzione

Dopo Calder, molti altri artisti hanno contribuito ad arricchire la collezione delle BMW Art Car, ciascuno con uno stile e una visione specifica. Tra i più celebri figurano Frank Stella, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Esther Mahlangu, David Hockney, Jenny Holzer e Ólafur Elíasson. Ognuno ha interpretato l’automobile in modo personale, trasformandola in un’estensione della propria poetica. Le auto non sono finite nei musei, ma hanno continuato a correre, a sfidare i circuiti, come dimostrano le partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans di Jeff Koons nel 2010 e Julie Mehretu nel 2024. Anche in epoca più recente, la tradizione si è rinnovata: John Baldessari e Cao Fei hanno portato rispettivamente la BMW M6 GTLM e la BMW M6 GT3 a Daytona e Macao, confermando che l’unione tra arte e racing non conosce tempo.

Le Mans Classic 2025: una celebrazione tra passato e futuro

Il ritorno della BMW Art Car di Calder avviene in un contesto speciale. La Le Mans Classic 2025 è uno degli eventi più importanti per gli appassionati di auto storiche e da competizione. Quest’anno, con oltre 600 vetture in pista e più di 200.000 visitatori attesi, l’appuntamento promette di essere memorabile. BMW sarà presente con una propria area espositiva, dove mostrerà una selezione di modelli rappresentativi del suo passato e del suo futuro. Oltre alla 3.0 CSL Calder Artist’s Proof, saranno presenti la BMW M3 GT Coupé E36 del 1995, la nuova BMW M3 CS Touring, la BMW i4 M60 e un prototipo BMW M Electrified che guarda all’elettrificazione delle alte prestazioni. È un modo per sottolineare come il connubio tra heritage e innovazione sia ancora al centro della visione del marchio tedesco.

Un’opera che parla al presente

Il ritorno della BMW Art Car di Calder a Le Mans non è solo un’operazione celebrativa, ma un messaggio rivolto al presente. In un’epoca segnata da transizioni tecnologiche e cambiamenti nel concetto stesso di mobilità, il gesto artistico di 50 anni fa acquista una nuova attualità. Calder usò la 3.0 CSL come mezzo per veicolare una visione positiva del futuro. Oggi, mentre il settore automotive affronta la rivoluzione elettrica e la sfida della sostenibilità, quell’ottimismo diventa un valore da riscoprire. Lo ricorda anche Alexander SC Rower, che nel corso della Le Mans Classic discuterà dell’eredità dell’opera del nonno, riflettendo sul suo significato nel tempo e nella storia dell’arte contemporanea. E lo ricorda anche la stessa BMW, rilanciando il concetto di “scultura dinamica” come forma d’arte capace di ispirare una nuova generazione.

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