Diesel Euro 5, il blocco slitta al 2026: il Piemonte studia soluzioni

Il Piemonte rinvia il blocco dei diesel Euro 5 al 2026 e punta su biocarburanti, trasporto pubblico e nuove tecnologie per migliorare la qualità dell’aria senza limitare i veicoli.

Blocco Euro Piemonte
ph AI

Il blocco dei diesel Euro 5 in Piemonte è stato ufficialmente rinviato al 2026, ma l’intenzione della Regione è di evitarlo del tutto anche l’anno prossimo. La conferma arriva a seguito dell’intervento del Governo che, per l’intero Bacino Padano, ha sospeso per il 2025 l’applicazione delle limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, a patto che vengano implementate misure alternative per migliorare la qualità dell’aria. Il provvedimento di blocco, secondo le disposizioni attuali, potrebbe scattare nel 2026 ma solo nelle città con oltre 100.000 abitanti. Tuttavia, la Regione Piemonte si è già messa in moto per evitarlo grazie a una serie di iniziative che puntano a ridurre le emissioni senza fermare le auto.

La task force della Regione Piemonte per scongiurare il blocco

Per raggiungere l’obiettivo di mantenere i diesel Euro 5 in circolazione anche nel 2026, la Regione ha costituito una task force incaricata di revisionare il Piano regionale per la qualità dell’aria. Il gruppo di lavoro è composto da tecnici, esperti ambientali e rappresentanti delle istituzioni locali, con il supporto scientifico di Arpa Piemonte, l’agenzia ambientale regionale. L’obiettivo principale è quello di individuare un pacchetto di misure efficaci che possano garantire il rispetto dei limiti di inquinamento imposti dalla normativa europea, in modo da ottenere una deroga automatica all’introduzione del blocco.

Secondo Arpa Piemonte, per evitare le restrizioni alla circolazione servirebbe un taglio stimato di almeno 500-700 tonnellate di ossidi di azoto e tra 40 e 70 tonnellate di polveri sottili. Sono valori significativi, ma raggiungibili attraverso l’integrazione di soluzioni tecnologiche e incentivi all’utilizzo di forme di mobilità meno impattanti. Il piano, dunque, si concentra su interventi realistici e immediatamente attuabili, che possano produrre effetti misurabili sul breve periodo.

La presenza dei diesel Euro 5 in Piemonte

La scelta della Regione di evitare il blocco non è solo politica ma anche dettata da una valutazione oggettiva sul peso del parco circolante Euro 5. I numeri forniti dalla Regione indicano che, alla fine del 2024, circolavano in Piemonte 307.636 veicoli diesel Euro 5, includendo automobili private e autocarri leggeri e pesanti. La provincia con il numero più elevato è Torino, con 134.197 mezzi, di cui ben 46.729 all’interno del capoluogo. Seguono le province di Cuneo con 59.915 veicoli, Alessandria con 34.865 e Novara con 25.306. Le altre province, come Asti, Biella, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola, contano ciascuna tra gli 11.000 e i 15.000 mezzi.

Bloccare la circolazione a così tanti veicoli, in particolare in aree urbane, significherebbe penalizzare duramente famiglie e imprese, in un contesto economico già segnato da incertezze. Inoltre, un simile provvedimento avrebbe avuto ripercussioni pesanti anche sulla logistica urbana, sui lavoratori pendolari e sui servizi essenziali.

Le misure alternative: focus sui biocarburanti

Tra le soluzioni individuate come prioritarie per sostituire il blocco con azioni concrete, la Regione punta con decisione sull’utilizzo dei biocarburanti. Questi combustibili alternativi, già compatibili con motori diesel esistenti, possono ridurre le emissioni anche del 30% senza necessità di intervenire sulle vetture. Si tratta di un’opzione efficace per una transizione graduale e sostenibile, che consente ai cittadini di continuare a utilizzare il proprio mezzo mentre si contribuisce attivamente alla riduzione dell’inquinamento atmosferico.

La strategia si basa sulla disponibilità crescente di carburanti a basso impatto ambientale, come il biodiesel avanzato e l’HVO (olio vegetale idrotrattato), che possono essere distribuiti tramite la rete di rifornimento convenzionale. Il potenziamento dell’uso di questi combustibili potrebbe rappresentare uno strumento cruciale nella fase di transizione verso una mobilità più pulita, senza l’obbligo immediato di cambiare veicolo.

Trasporto pubblico e incentivi: più alternative per lasciare l’auto

Un altro pilastro del piano regionale riguarda il potenziamento del trasporto pubblico e l’introduzione di incentivi mirati per favorire la mobilità collettiva. Tra le misure già in vigore figura la Tessera dello Studente, un’iniziativa lanciata per consentire a 107.000 universitari under 26 di viaggiare gratuitamente su autobus, tram, metropolitane e treni nelle città capoluogo dove studiano. Il progetto è stato finanziato con oltre 37 milioni di euro, e ha l’obiettivo di togliere dalle strade migliaia di veicoli privati in modo stabile.

Al fianco di questa misura è stato potenziato anche il Bonus TPL, ovvero lo sconto sull’acquisto degli abbonamenti annuali ai mezzi pubblici, che passa da 100 a 150 euro. Rispetto al passato, il bonus non è più limitato ai proprietari di veicoli diesel Euro 3, 4 e 5, ma è stato esteso anche a chi possiede auto diesel Euro 6, rendendo l’incentivo più ampio e accessibile. Il bonus può essere utilizzato sia come sconto diretto in biglietteria che come rimborso successivo, a seconda delle esigenze dell’utente.

Nuove tecnologie per il controllo dell’inquinamento urbano

Parallelamente alle misure sui carburanti e sulla mobilità pubblica, la Regione Piemonte intende sperimentare tecnologie avanzate per il controllo delle emissioni nelle aree urbane più critiche. Tra queste, una delle più promettenti è l’installazione di moduli filtranti dell’aria esterna, alimentati da energie rinnovabili. Questi dispositivi, già utilizzati in città come Stoccarda, Monaco e Seul, permettono di abbattere gli ossidi di azoto e le polveri sottili nelle zone ad alta concentrazione di traffico o presso luoghi sensibili come scuole e ospedali.

Sono inoltre allo studio sistemi di nebulizzazione ad acqua, in grado di catturare il particolato atmosferico e ridurre la concentrazione di gas nocivi nell’ambiente. La tecnologia, già sperimentata con successo in metropoli asiatiche come Pechino, Delhi e Tokyo, potrebbe essere adattata a specifici contesti urbani piemontesi.

Non meno innovativa è la sperimentazione di materiali fotocatalitici applicati a superfici stradali e murarie, capaci di neutralizzare agenti inquinanti sfruttando la luce solare. In combinazione con la realizzazione di autostrade intelligenti, che gestiscono in tempo reale il flusso veicolare modulando i limiti di velocità, queste soluzioni potrebbero contribuire a una drastica riduzione delle emissioni senza imporre divieti generalizzati.

Verso l’ibridazione dei motori diesel

Infine, la Regione valuta anche l’adozione di kit tecnologici di ibridazione per motori diesel. Questi sistemi, applicabili ai veicoli Euro 4 e Euro 5, consentono di trasformare le auto e i mezzi commerciali esistenti in veicoli ibridi, con una sensibile riduzione di consumi e emissioni di CO2. Una strategia particolarmente efficace se implementata su larga scala nelle flotte aziendali e pubbliche, che spesso operano in aree urbane a traffico intenso.

La riconversione tecnologica dei veicoli, unita agli altri interventi già avviati, potrebbe costituire una via concreta per il superamento strutturale del blocco Euro 5, senza scaricare sui cittadini e sulle imprese il costo di una transizione forzata e immediata. L’obiettivo della Regione è chiaro: tutelare la salute pubblica e l’ambiente, senza compromettere la mobilità quotidiana e la sostenibilità economica.

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