Ammortizzatori scarichi: come capire se vanno cambiati

Gli ammortizzatori scarichi peggiorano la tenuta di strada e il comfort di guida. Ecco sintomi e prove per capire se sono da cambiare.

ammortizzatori scarichi

Vuoi capire se hai gli ammortizzatori scarichi? Sei nel posto giusto: in questo articolo proveremo a darti qualche utile consiglio per farti capire se gli ammortizzatori della tua auto hanno bisogno di una sostituzione o di una revisione.

Non è sempre facile capire quali sono i sintomi degli ammortizzatori scarichi: quando guidiamo l’auto tutti i giorni, ci abituiamo alla sua andatura e all’ammortizzatore non cede da un giorno all’altro. Non è una parte che si rompe improvvisamente e altrettanto improvvisamente non funziona più.

Cos’è un ammortizzatore e quando lo possiamo definire scarico?

L’ammortizzatore è un sistema meccanico a forma di cilindro che lavora insieme alle sospensioni e agli pneumatici. Il suo scopo è semplice: assorbire le sollecitazioni causate dalla strada e mantenere la stabilità del veicolo. Il suo funzionamento è fondamentale per mantenere ottimale la tenuta di strada. Infatti, circolare con gli ammortizzatore scarichi comporta dei rischi. L’ammortizzatore è scarico quando perde la sua efficienza oppure si guasta.

Ammortizzatori scarichi: quali sono i sintomi?

Normalmente sono sei i segnali che ci devono far indurre a pensare di avere scarichi gli ammortizzatori:

  • usura irregolare dei pneumatici: osservando le gomme, ci rendiamo conto che il consumo del battistrada non è regolare, ma è asimetrico;
  • vibrazioni del volante: durante la marcia sentiamo delle vibrazioni anomale al volante perché gli ammortizzatori non assorbono più o non assorbono bene le asperità del terreno;
  • la tenuta di strada peggiora;
  • il muso dell’auto “affonda” in avanti quando viene azionato il freno;
  • vento laterale: l’auto diventa sensibile alle raffiche di vento e sbanda;
  • perdite d’olio: se l’ammortizzatore perde olio significa che è danneggiato.

Prove per capire se gli ammortizzatori auto sono scarichi

Ci sono delle prove che si possono fare per vedere se gli ammortizzatori hanno qualche problema. No, spingere l’auto verso il basso non è da prendere in considerazione: è una tecnica superata, anche perché le auto non si reggono esclusivamente sulle molle.

La prima cosa che possiamo fare è osservare come si comporta l’avantreno della nostra auto: bisogna capire se si abbassa in frenata (e la frenata non è immediata) e se si alza durante la partenza o in accelerazione. Poi osserviamo attentamente come si comporta in curva: se gli ammortizzatori sono da cambiare o da ricaricare, la traiettoria tenderà ad allargarsi e l’auto tenderà a perdere aderenza.

Ascoltiamo la nostra auto: se sentiamo forti rumori anche in presenza di piccole asperità della strada, l’ammortizzatore è scarico. E facciamo attenzione anche alle vibrazioni del volante.

Ammortizzatori auto scarichi o rotti: i rischi

Circolare con ammortizzatori che hanno problemi espone a dei rischi, passiamoli in rassegna uno per uno:

  • il comfort di guida peggiora;
  • peggiora anche la stabilità della vettura;
  • le prestazioni diminuiscono e l’auto risponde meno alle sollecitazioni;
  • l’auto è meno stabile in curva;
  • gli pneumatici si usurano di più;
  • aumenta lo spazio di frenata;
  • anche le sospensioni si rovinano più velocemente.

ammortizzatori

Domande più frequenti sugli ammortizzatori scarichi

Quando è necessario sostituire gli ammortizzatori?

Non ci sono regole precise, perché dipende dallo stile di guida del conducente, ma si può dire che si possono sostituire gli ammortizzatori ogni quattro anni.

Che rumore fanno gli ammortizzatori rotti?

Quando gli ammortizzatori sono rotti, l’auto può produrre una serie di rumori anomali che si manifestano soprattutto in determinate condizioni di guida. Il più comune è un suono sordo e metallico, simile a un colpo o a un tonfo, percepibile quando si attraversano buche, dossi o irregolarità della strada. Questo rumore deriva dal fatto che l’ammortizzatore non riesce più a smorzare le oscillazioni della sospensione, provocando urti tra le componenti meccaniche. In alcuni casi si possono anche sentire scricchiolii o cigolii continui, soprattutto in curva o durante le frenate.

Il rumore tende ad aumentare con il tempo e può essere avvertito sia all’anteriore sia al posteriore, a seconda della posizione dell’ammortizzatore difettoso. Un altro sintomo sonoro è un rimbalzo continuo che produce una sorta di eco metallico o vibrazione fastidiosa. È importante distinguere questi rumori da quelli provocati da altri componenti, come i silent block o le molle, ma in generale qualsiasi suono anomalo proveniente dal sistema sospensioni va controllato il prima possibile da un meccanico qualificato.

Come controllare lo stato degli ammortizzatori?

Per controllare lo stato degli ammortizzatori, è possibile effettuare alcune verifiche preliminari anche senza strumenti professionali. Il primo test consiste nel premere con forza su uno degli angoli del veicolo: se, dopo il rilascio, l’auto rimbalza più di una o due volte prima di stabilizzarsi, è probabile che l’ammortizzatore sia scarico o danneggiato. Un’altra verifica visiva consiste nell’ispezionare l’ammortizzatore stesso: la presenza di olio o residui oleosi sulla superficie esterna è indice di perdita del liquido interno, segno di usura o guasto.

È utile anche osservare l’uniformità dell’usura dei pneumatici: ammortizzatori inefficaci causano un consumo irregolare, spesso visibile a occhio nudo. Altri segnali di un ammortizzatore usurato sono vibrazioni insolite, un comportamento instabile del veicolo in curva o frenata, e una sensazione di “galleggiamento” su strada. Tuttavia, per una diagnosi accurata, è sempre consigliabile rivolgersi a un’officina che possa effettuare test dinamici con attrezzature specifiche, come il banco prova sospensioni o l’analisi computerizzata.

Come si fa a vedere se gli ammortizzatori sono scarichi?

Per capire se gli ammortizzatori sono scarichi, si possono valutare alcuni segnali evidenti nel comportamento dell’auto. Uno dei metodi più semplici è il test del rimbalzo: premendo con decisione su un angolo dell’auto e rilasciando, l’auto dovrebbe tornare in posizione con un solo rimbalzo. Se invece oscilla più volte, è probabile che l’ammortizzatore sia scarico. Altri indizi includono una sensazione di instabilità in curva, frenata allungata o poco precisa, e una generale sensazione di galleggiamento o rimbalzo eccessivo su strade dissestate.

Anche l’usura irregolare dei pneumatici può essere un sintomo. Dal punto di vista visivo, la presenza di macchie di olio o perdite evidenti sull’ammortizzatore è un chiaro segnale di usura interna. Se si sospetta un ammortizzatore scarico, è consigliabile rivolgersi a un meccanico per una valutazione completa. In officina possono essere effettuati test su banco specifici, capaci di misurare l’efficienza dell’intero sistema sospensioni e confermare se è necessaria la sostituzione dell’elemento difettoso.

Cosa provocano gli ammortizzatori scarichi?

Gli ammortizzatori scarichi compromettono significativamente la sicurezza e il comfort di guida. La loro funzione principale è assorbire le irregolarità del terreno e mantenere le ruote sempre a contatto con la strada. Quando perdono efficienza, il veicolo tende a rimbalzare su buche e dossi, aumentando la difficoltà di controllo, soprattutto in curva o durante la frenata. Il comportamento dell’auto diventa imprevedibile, con maggior rischio di slittamenti, aquaplaning o sbandamenti.

Anche la distanza di frenata può aumentare, poiché le ruote non restano perfettamente aderenti al suolo. Inoltre, l’usura dei pneumatici si accentua in modo irregolare, causando ulteriori costi di manutenzione. L’abitacolo risente del problema con vibrazioni e scossoni che rendono la guida scomoda, soprattutto per i passeggeri posteriori. In alcuni casi, si possono verificare danni ai componenti della sospensione o alla carrozzeria, a causa dello stress meccanico non più assorbito. In sintesi, ammortizzatori inefficaci non solo riducono il comfort, ma mettono a rischio l’incolumità di chi guida e degli altri utenti della strada.

Quali sono i sintomi di un ammortizzatore posteriore rotto?

I sintomi di un ammortizzatore posteriore rotto sono facilmente riconoscibili, soprattutto durante la guida su strade irregolari. Il segnale più evidente è la perdita di comfort: il retro del veicolo sobbalza eccessivamente, anche su lievi asperità del manto stradale. In fase di accelerazione o frenata, l’auto può manifestare instabilità o affondamento esagerato della parte posteriore. Si può anche percepire una rumorosità insolita proveniente dal retrotreno, spesso descritta come un tonfo o un colpo secco. In curva, la tenuta diminuisce sensibilmente e l’auto tende a sbandare o inclinarsi in modo innaturale.

Visivamente, si può notare un assetto irregolare del veicolo, con una delle ruote posteriori più affondata rispetto all’altra. Un altro indicatore è la presenza di olio o liquido sulla superficie dell’ammortizzatore, chiaro segno di una perdita interna. Se trascurato, un ammortizzatore rotto può causare usura irregolare dei pneumatici, danni al telaio e minore controllo del veicolo, aumentando i rischi in condizioni di emergenza o in presenza di carichi pesanti.

Quanti km fa un ammortizzatore?

La durata media di un ammortizzatore si aggira tra i 60.000 e i 100.000 chilometri, ma questo valore può variare sensibilmente in base a diversi fattori. Lo stile di guida è uno degli elementi principali: una guida aggressiva, con frenate brusche e curve affrontate ad alta velocità, sollecita maggiormente le sospensioni. Anche il tipo di strada percorsa influisce molto: chi guida spesso su fondi dissestati, strade sterrate o con numerosi dossi e buche vedrà una durata inferiore degli ammortizzatori rispetto a chi percorre prevalentemente autostrade.

Il carico del veicolo, la qualità dei componenti installati e la manutenzione del sistema sospensioni (come il controllo dei silent block e delle molle) incidono a loro volta sulla longevità. Anche le condizioni climatiche estreme possono accelerare l’usura. Non esiste quindi una regola fissa, ma è buona prassi far controllare gli ammortizzatori ogni 20.000 chilometri o in occasione di ogni tagliando, così da intervenire tempestivamente in caso di usura e garantire sicurezza e comfort alla guida.

Quanto costa rifare le sospensioni?

Rifare le sospensioni di un’auto implica la sostituzione degli ammortizzatori, delle molle e, in alcuni casi, anche di altri componenti come i bracci oscillanti, i cuscinetti o i silent block. Il costo varia in base al modello del veicolo, alla qualità dei ricambi utilizzati e alla manodopera richiesta. Per una vettura di fascia media, la sola sostituzione dei quattro ammortizzatori può costare tra i 300 e i 700 euro, a cui si aggiungono circa 150-300 euro per eventuali molle nuove. Se si includono anche bracci, biellette o supporti, il prezzo può superare i 1.000 euro.

La manodopera incide per circa 200-400 euro, in funzione della complessità dell’intervento e del tipo di sospensione (standard, sportiva, pneumatica). Sospensioni elettroniche o regolabili comportano costi ancora più elevati. In ogni caso, un intervento completo sulle sospensioni è consigliato ogni 100.000 chilometri per mantenere sicurezza, stabilità e comfort. Affidarsi a un’officina qualificata garantisce una corretta taratura e un montaggio a regola d’arte, evitando problemi futuri.

Quanto costa sostituire tutti e quattro gli ammortizzatori?

Il costo per sostituire tutti e quattro gli ammortizzatori varia in base a diversi fattori, tra cui il tipo di veicolo, la marca degli ammortizzatori e le tariffe dell’officina. In media, per un’auto di segmento B o C, il prezzo per l’acquisto di quattro ammortizzatori standard si aggira tra i 200 e i 400 euro. A questa cifra va aggiunta la manodopera, che può costare tra i 150 e i 300 euro, portando il totale tra i 350 e i 700 euro.

Se si scelgono ammortizzatori di marca premium o con caratteristiche particolari, come quelli a gas o regolabili, il costo può superare i 1.000 euro. Alcune officine offrono pacchetti completi comprensivi di controllo assetto e garanzia, che possono risultare più convenienti. È importante sostituire sempre gli ammortizzatori a coppie (anteriore o posteriore) per mantenere l’equilibrio del veicolo. Una sostituzione completa ogni 80.000-100.000 chilometri assicura prestazioni ottimali, stabilità in curva e maggiore sicurezza su strada.

Gli ammortizzatori si possono “ricaricare”?

In generale, gli ammortizzatori non si possono ricaricare nel senso classico del termine, come accade ad esempio per un estintore o un condizionatore. Gli ammortizzatori tradizionali a olio o a gas sono progettati per funzionare fino a esaurimento dell’efficienza e poi essere sostituiti. Tuttavia, esistono alcune eccezioni nel mondo delle competizioni o delle auto sportive, dove si utilizzano ammortizzatori rigenerabili o regolabili, che possono essere smontati, puliti, ricaricati di gas e olio e rimontati con nuove tarature.

Questi componenti sono però molto costosi e destinati a veicoli particolari. Per le auto di uso quotidiano, una volta che l’ammortizzatore mostra segni di cedimento, come perdite di olio o inefficienza nel controllo delle sospensioni, la soluzione è la sostituzione. Tentativi di ricarica su componenti standard possono essere inefficaci o addirittura pericolosi. Per garantire la sicurezza su strada e il corretto comportamento dinamico dell’auto, è sempre meglio affidarsi a ricambi nuovi, certificati e installati da un professionista qualificato.

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