L’equilibrio tra armonia interna e competitività feroce è da sempre uno dei nodi centrali nella gestione di una scuderia di Formula 1. In casa Ferrari, con l’arrivo di Lewis Hamilton accanto a Charles Leclerc, il tema si è fatto più sensibile che mai. A fare chiarezza è direttamente Frédéric Vasseur, team principal del Cavallino Rampante, che ha rilasciato dichiarazioni emblematiche a pochi giorni dal Gran Premio del Belgio. Il manager francese ha spiegato, senza mezzi termini, quale sia la sua visione sulla gestione dei rapporti tra i due top driver, entrambi assetati di vittorie e, inevitabilmente, destinati a confrontarsi ad armi pari nella seconda parte della stagione.
Non è un caso che le parole di Vasseur arrivino nel momento in cui la SF-25 inizia a mostrare segni di risveglio, anche grazie alla nuova sospensione posteriore e a un pacchetto tecnico aggiornato che punta a ridurre il gap da McLaren. In questo contesto, la gestione dell’equilibrio tra ambizione personale e spirito di squadra diventa cruciale, e Vasseur lo sa bene. La sua linea è chiara: i due piloti non devono essere migliori amici, ma neanche nemici. Devono avere voglia di vincere, facendo meglio l’uno dell’altro.
Amicizia e rivalità, il fragile equilibrio tra due fuoriclasse
Dietro la dichiarazione netta di Vasseur si cela una filosofia manageriale precisa, che punta a preservare il rispetto reciproco tra Hamilton e Leclerc, ma senza lasciare che la loro relazione si trasformi in una complicità tale da smorzarne l’aggressività in pista. “C’è bisogno che ci sia della rivalità tra di loro”, ha spiegato il team principal ai microfoni dell’emittente belga RTBF. Ed è proprio questa rivalità che, secondo il dirigente, potrà rappresentare una leva positiva per la crescita del team e per la ricerca di risultati che finora sono rimasti fuori portata.
Il rapporto tra Charles Leclerc e Lewis Hamilton viene descritto da chi vive il paddock come cordiale, basato su una stima autentica. Ma Vasseur teme che un’intesa eccessivamente amichevole possa anestetizzare la naturale spinta competitiva che dovrebbe animare due campioni come loro. Per questo, pur riconoscendo il valore umano e sportivo del rispetto tra i due, ritiene fondamentale che ciascuno mantenga vivo il desiderio di prevalere sull’altro. Un equilibrio, questo, che potrebbe rappresentare la chiave per la crescita della Ferrari nei prossimi mesi.
Spa come spartiacque, tra sospensioni e gerarchie
La nuova fase della stagione Ferrari prende il via proprio da Spa-Francorchamps, pista storica che segna non solo il debutto della nuova sospensione posteriore della SF-25 ma anche l’inizio di una sfida sempre più serrata con McLaren. In Belgio, infatti, sarà fondamentale testare l’efficacia del pacchetto evolutivo sviluppato a Maranello, soprattutto per quanto riguarda l’allargamento della finestra di funzionamento della monoposto, da sempre uno dei punti deboli della vettura 2025. È in questo contesto tecnico che Vasseur torna a insistere su una linea strategica chiara: non si tratta solo di avere una monoposto veloce, ma anche di avere due piloti motivati, pronti a spingersi oltre il limite pur di ottenere il massimo.
Da un lato, Leclerc conosce la Ferrari come le sue tasche, ne è il volto più rappresentativo. Dall’altro, Hamilton è la scommessa della stagione e, al tempo stesso, il sette volte campione che può portare quella mentalità vincente di cui il Cavallino ha bisogno. Ma Vasseur non vuole che uno dei due faccia da gregario all’altro. Al contrario, vuole che ciascuno cerchi costantemente di superare l’altro, sapendo però che il confine tra rivalità costruttiva e conflitto è sottile. La sua abilità come team principal sarà proprio quella di mantenere il giusto equilibrio, evitando che la tensione degeneri in fratture interne.
Stabilità tecnica e leadership: Vasseur resta anche nel 2026
Le recenti indiscrezioni da Maranello danno per probabile la conferma di Frédéric Vasseur anche per il 2026, segno che la Ferrari intende puntare sulla continuità tecnica e manageriale in vista di un cambio regolamentare che si annuncia tra i più complessi degli ultimi anni. La scelta di mantenere al timone il manager francese si inserisce in una strategia a lungo termine che mira a consolidare i progressi fatti nella prima parte della stagione, valorizzare gli investimenti sul piano tecnico e, soprattutto, garantire una gestione coerente dei piloti nel medio periodo.
La Ferrari 2026 sarà una monoposto concepita per la performance assoluta, come sottolineato anche da Jerome D’Ambrosio, uomo chiave del team nella pianificazione del prossimo ciclo tecnico. Per raggiungere questo obiettivo servirà un gruppo unito ma competitivo, nel quale ogni componente, dai tecnici ai piloti, sia in grado di portare un contributo concreto. La convivenza tra due campioni del calibro di Hamilton e Leclerc non sarà semplice, ma potrà trasformarsi in un asset strategico se gestita con intelligenza.
Una visione che guarda oltre la stagione in corso
Le parole di Vasseur non sono frutto dell’emotività del momento, ma la manifestazione di una visione lucida e a lungo termine. Il team principal francese sa bene che la Ferrari, per tornare realmente a competere per il titolo mondiale, dovrà crescere non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sul piano mentale. È qui che la filosofia della rivalità costruttiva tra i due piloti trova piena legittimazione: solo alimentando una sana competizione interna sarà possibile raggiungere standard di eccellenza tali da riportare il Cavallino sul tetto del mondo.
In una Formula 1 sempre più dominata dalla necessità di ottimizzare ogni singolo dettaglio, la gestione umana dei piloti torna ad avere un peso specifico importante. Vasseur sembra aver compreso che, per quanto avanzate possano essere le simulazioni e gli strumenti digitali, è la componente umana a fare la differenza nei momenti decisivi. In questo senso, il dualismo Hamilton-Leclerc potrebbe rivelarsi una risorsa se incanalato correttamente, o una mina vagante se lasciato a se stesso.
Con questa dichiarazione, Frédéric Vasseur ha alzato l’asticella. Non chiede ai suoi piloti di amarsi, né di ignorarsi. Vuole che si rispettino, si spingano, si temano. E che trovino, nella sfida interna, la motivazione per affrontare e battere gli avversari. Nella seconda parte della stagione, la Ferrari sarà chiamata non solo a confermare i segnali tecnici di crescita, ma anche a dimostrare di avere la maturità per gestire due titani che condividono lo stesso box e lo stesso sogno. La parola d’ordine è una sola: rivalità, ma ben calibrata. E da Spa in poi, si farà sul serio.







