Safety Car sulle strade italiane: regole, novità e impatti per gli automobilisti

Dal 20 agosto 2025 la Safety Car è operativa su strade e autostrade italiane. Ecco cosa prevede il decreto MIT e come cambia la sicurezza stradale.

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PH AI
Dopo mesi di attesa, dal 20 agosto 2025 la Safety Car è pienamente operativa su strade e autostrade italiane. L’entrata in vigore del decreto attuativo del MIT, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 agosto, ha trasformato un’idea ispirata al mondo delle corse in uno strumento concreto per migliorare la sicurezza della circolazione.

Grazie a questa innovazione, l’Italia diventa il primo Paese europeo a introdurre un sistema di gestione del traffico mutuato dalla Formula 1, con l’obiettivo di ridurre i rischi legati a incidenti, cantieri e situazioni imprevedibili che possono mettere in pericolo automobilisti e operatori stradali.

Le origini normative della Safety Car

L’introduzione della Safety Car è stata prevista dalla legge n. 177 del 2024, che ha parzialmente rivisto il Codice della Strada. In particolare, l’articolo 43 è stato arricchito con nuovi commi che consentono agli organi di Polizia stradale e al personale autorizzato di utilizzare veicoli attrezzati per rallentare gradualmente il traffico, regolare i flussi e, se necessario, fermare completamente la marcia. Una vera e propria rivoluzione che pone al centro l’idea di sicurezza dinamica, capace di adattarsi alle diverse circostanze. L’obiettivo è duplice: proteggere chi opera in carreggiata e garantire agli utenti una gestione fluida anche nei momenti critici.

I commi dedicati alla Safety Car

Il comma 5 stabilisce che gli agenti possono accelerare o rallentare i veicoli, fermarli o dirottarli anche in contrasto con la segnaletica esistente, se necessario per la sicurezza. Il comma 5-bis precisa che su strade con carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, come autostrade ed extraurbane principali, il rallentamento può essere effettuato con l’ausilio di veicoli specifici. Infine, il comma 5-ter rende obbligatorio l’utilizzo di un dispositivo lampeggiante e di un pannello rettangolare con la scritta “Auto di sicurezza – Safety Car”, così da rendere immediatamente riconoscibile la funzione del mezzo.

Il decreto MIT e le regole di attuazione

Il decreto del 21 luglio 2025 ha definito in maniera puntuale le modalità di utilizzo della Safety Car. Si tratta di una normativa attesa, senza la quale la legge non poteva essere applicata. Le regole stabiliscono quando e come può essere impiegata la vettura, quali caratteristiche deve avere e quali responsabilità ricadono sugli organi incaricati. Il cuore della riforma è la gestione del traffico in maniera graduale, con un rallentamento progressivo che accompagna i flussi veicolari verso una condizione più sicura, riducendo i rischi di tamponamenti e disordini improvvisi.

Dove può essere utilizzata

L’impiego della Safety Car è limitato a strade dotate di carreggiate indipendenti o spartitraffico, quindi autostrade, strade extraurbane principali e strade urbane di scorrimento. In questi contesti, la funzione della Safety Car diventa particolarmente efficace perché consente di gestire grandi volumi di traffico in situazioni di emergenza o per operazioni programmate come la posa di segnaletica per cantieri.

I casi di applicazione

La normativa distingue tra eventi programmabili ed eventi imprevedibili. Nel primo caso rientrano operazioni pianificate come l’installazione o la rimozione della segnaletica nei cantieri, con o senza presenza di persone sulla carreggiata. Nel secondo caso si parla invece di incidenti, ostacoli improvvisi, emergenze o situazioni di pericolo che richiedono un intervento immediato. In entrambi i casi la valutazione spetta agli organi di Polizia stradale o all’ente gestore della strada, che devono informare subito i centri operativi o le sale radio per coordinare l’attivazione.

Elementi da considerare

La decisione di attivare la Safety Car non può prescindere da una serie di valutazioni: la tipologia della strada, la natura del pericolo, la posizione del punto di ingaggio e le caratteristiche del traffico. Questi fattori determinano non solo l’opportunità dell’intervento, ma anche il numero di veicoli da impiegare e la modalità di presegnalamento da adottare.

Segnaletica e presegnalamento

Per garantire la massima sicurezza, l’attivazione della Safety Car deve essere preceduta da un’adeguata informazione agli automobilisti. Pannelli a messaggio variabile e altre modalità di segnalazione avvisano della presenza del veicolo e del rallentamento in corso. Tuttavia, nel caso di emergenze improvvise, il presegnalamento può essere omesso o ridotto se incompatibile con la natura del pericolo e con la tempistica richiesta. Si tratta di una flessibilità indispensabile per intervenire tempestivamente senza rallentare le operazioni.

Caratteristiche tecniche dei veicoli

I veicoli impiegati come Safety Car devono appartenere alle categorie M1 o N1 e possedere requisiti strutturali idonei all’installazione di dispositivi supplementari. Devono essere dotati di luci lampeggianti gialle o arancioni e di un pannello rettangolare di almeno 1,20 per 0,40 metri, collocato posteriormente in modo visibile ma senza compromettere la visibilità del conducente o dei dispositivi luminosi. Queste specifiche garantiscono che la Safety Car sia riconoscibile a distanza e che la sua funzione venga percepita immediatamente dagli automobilisti in transito.

Oltre ai veicoli, anche gli operatori incaricati della gestione della Safety Car devono essere adeguatamente formati e dotati di equipaggiamenti idonei. Il decreto MIT stabilisce requisiti precisi per le attrezzature e per l’abilitazione del personale, in modo da assicurare la massima professionalità durante l’esecuzione delle procedure di rallentamento e regolazione del traffico.

Le istruzioni operative

Il decreto stabilisce che sulle carreggiate a due o tre corsie sia sufficiente almeno un veicolo attrezzato, mentre su quelle a quattro o più corsie ne servano almeno due. Nei tratti a doppio senso temporaneo possono essere richieste più auto coordinate per gestire entrambi i flussi di traffico. Tutte le operazioni devono svolgersi sotto il coordinamento dei centri operativi o delle sale radio, con la direzione affidata a un capopattuglia o a un caposquadra. Questa figura ha il compito di assicurare la corretta esecuzione e di dirigere gli interventi in modo che la sicurezza e la fluidità della circolazione non vengano mai compromesse.

Dall’attivazione alla conclusione

L’attivazione della Safety Car prevede una serie di adempimenti preliminari, tra cui la scelta del punto di attivazione e la valutazione della distanza dal luogo di pericolo. Una volta partito dal punto di immissione, il veicolo espone il pannello segnaletico e si adegua alla velocità del traffico, attivando successivamente i dispositivi lampeggianti. A quel punto può iniziare il rallentamento graduale della marcia fino al possibile arresto, gestendo in sicurezza l’intero flusso veicolare. Al termine delle operazioni, il capopattuglia o il caposquadra coordina la graduale ripresa della normale circolazione, mantenendo i segnali attivi fino a conclusione completa dell’intervento e comunicando la chiusura al centro operativo.

L’arrivo della Safety Car sulle strade italiane introduce un nuovo modo di vivere la sicurezza alla guida. Per gli automobilisti significa adattarsi a un sistema di rallentamento graduale, più ordinato e meno improvviso rispetto alle classiche segnalazioni di emergenza. Significa anche imparare a riconoscere i segnali visivi e a seguire le indicazioni degli organi preposti con maggiore disciplina. L’efficacia del sistema dipenderà non solo dalla corretta attuazione da parte delle autorità, ma anche dalla collaborazione degli utenti, chiamati a comprendere il senso di questa innovazione.

Una rivoluzione ispirata alla Formula 1

L’idea della Safety Car nasce dal mondo delle corse, dove questo strumento è utilizzato da decenni per neutralizzare momenti pericolosi senza interrompere del tutto la competizione. Trasportata sulle strade italiane, la stessa logica diventa un supporto alla sicurezza stradale, con l’obiettivo di ridurre il numero di incidenti secondari, agevolare le operazioni di soccorso e proteggere gli addetti ai lavori. È una rivoluzione culturale oltre che normativa, che proietta la mobilità italiana in un futuro più sicuro e organizzato, in linea con le esigenze di un traffico sempre più complesso e imprevedibile.

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