Secondo il dossier diffuso da LoJack Italia in occasione dell’Automotive Dealer Day 2025, i furti di veicoli – che includono auto, moto e mezzi commerciali – hanno raggiunto la cifra record di 136.201 unità, segnando un incremento del 3% rispetto al 2023, anno in cui le sottrazioni si erano fermate a 131.679. Ancora più allarmante è l’aumento dei soli furti d’auto, che crescono del 6% su base annua, confermando un trend in risalita dopo anni di relativa stabilità.
Il fenomeno, che da oltre un decennio rappresenta una voce costante nei rapporti sulla criminalità automobilistica, continua a mostrare un quadro complesso e in evoluzione. A rendere più preoccupante il contesto è la percentuale di veicoli non recuperati, che resta elevata. Nonostante il tasso di recupero sia rimasto stabile al 45%, oltre 75.000 veicoli rubati nel 2024 non sono mai stati ritrovati. Una dinamica che mostra quanto il crimine organizzato legato al traffico illecito di automobili sia ancora ben radicato e difficilmente contrastabile con i soli strumenti tradizionali.
Tra le auto più rubate è Fiat Panda ancora una volta la più rubata
Nella classifica delle auto più rubate in Italia nel 2024, emerge con forza un dato ormai consolidato negli anni: la Fiat Panda è di gran lunga il modello preferito dai ladri. Con 13.311 esemplari sottratti, rappresenta quasi un quinto del totale dei furti. Un primato negativo che si conferma per il modello Fiat, probabilmente a causa della sua elevata diffusione sul territorio, della semplicità costruttiva e della richiesta costante di ricambi sul mercato nero.
Alle spalle della Panda si collocano due altri modelli italiani: la Fiat 500, con 5.254 furti, e la Lancia Ypsilon, che ne totalizza 5.048. Entrambe condividono caratteristiche analoghe alla Panda: sono vetture compatte, molto diffuse nelle grandi città e facilmente rivendibili o smontabili per pezzi di ricambio. Subito dopo troviamo la Fiat Punto, mentre al quinto posto fa il suo ingresso in classifica l’Alfa Romeo Giulietta, che nel 2024 ha superato la Fiat 500L, segnalando un cambiamento nelle preferenze della criminalità specializzata.
I SUV piacciono anche ai ladri
L’altra faccia del fenomeno riguarda i SUV e crossover, da anni protagonisti del mercato automobilistico italiano. Nel 2024 questi veicoli hanno rappresentato il 15% dei furti totali, confermando come anche le carrozzerie alte e imponenti non siano affatto immuni dai rischi. In cima alla classifica dei SUV più rubati si posiziona la Jeep Renegade, con 2.192 sottrazioni, seguita a brevissima distanza dalla Fiat 500X e dalla Range Rover Evoque, altro modello costoso e ambito sul mercato parallelo.
Un elemento interessante che emerge dal dossier riguarda proprio il tasso di recupero per i SUV: mentre la media nazionale si attesta al 45%, per i modelli a ruote alte il dato scende al 41%. Questo conferma una difficoltà maggiore nel tracciamento e nella restituzione di questi veicoli, spesso oggetto di furti mirati e destinati a circuiti internazionali di riciclaggio o esportazione.
Auto più rubate in Italia: Campania, Lazio e Sicilia al vertice dei furti
Dal punto di vista geografico, la mappa dei furti d’auto in Italia conferma una distribuzione fortemente concentrata. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, elaborati da LoJack, cinque regioni da sole totalizzano il 78% dei furti complessivi nel paese. In testa la Campania, con una quota del 23%, seguita da Lazio (18%), Sicilia (14%), Puglia (14%) e Lombardia (11%). L’elevata incidenza di questi territori è spesso legata alla presenza di aree metropolitane dense, grandi volumi di traffico e maggiore presenza di criminalità organizzata.
Molto più contenuti i numeri nelle regioni settentrionali e centrali meno urbanizzate, mentre alcune aree come Molise, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta registrano meno di 600 furti all’anno, posizionandosi come le zone a più basso rischio del paese.
Dove si recuperano più veicoli
L’analisi della percentuale di veicoli recuperati dopo il furto offre un ulteriore spunto per comprendere la dinamica del fenomeno. In Liguria si registra il dato più elevato, con il 69% dei veicoli rubati restituiti ai legittimi proprietari. Seguono Umbria (66%), Toscana (65%), Emilia-Romagna e Veneto (entrambe al 59%), segno di un’efficacia superiore delle forze dell’ordine o di una rete criminale meno strutturata nelle fasi successive al furto.
All’estremo opposto si trovano Abruzzo (22%), Basilicata (20%) e Molise (16%), regioni in cui la probabilità di rivedere la propria auto dopo il furto è minima. Un dato che potrebbe riflettere non solo limiti infrastrutturali e tecnologici, ma anche la presenza di reti criminali ben radicate e difficili da contrastare.
Un fenomeno che cambia pelle
Il dossier di LoJack conferma che, al di là delle cifre, i furti d’auto in Italia nel 2024 sono ormai un fenomeno altamente professionale, con dinamiche che si evolvono rapidamente. I ladri non agiscono più solo per sottrarre auto da usare o rivendere intere, ma per alimentare un mercato parallelo di ricambi o per esportare i veicoli in paesi dove la tracciabilità è inferiore o inesistente.
In questo contesto, i modelli più rubati coincidono spesso con quelli più venduti o più diffusi, rendendo difficile per il singolo automobilista evitare di rientrare tra le potenziali vittime. La diffusione di tecnologie antifurto e sistemi di geolocalizzazione può senz’altro contribuire a contrastare il fenomeno, ma da sola non basta. Serve un coordinamento più ampio, tra istituzioni, forze dell’ordine, case automobilistiche e assicurazioni, per proteggere meglio i veicoli e scoraggiare le reti criminali.
Una sfida per il futuro della mobilità
Il fenomeno dei furti d’auto in Italia si lega oggi a tematiche più ampie, come la sicurezza urbana, la digitalizzazione dei veicoli, la mobilità intelligente. L’aumento costante del numero di auto connesse, dotate di software e di accesso remoto, pone nuovi rischi: i ladri del futuro potrebbero non avere bisogno di forzare una portiera, ma solo di violare un sistema informatico. La sfida per i prossimi anni sarà dunque anche quella di ripensare la sicurezza in chiave digitale, adeguando normative e tecnologie a un contesto in rapida trasformazione.
Nel frattempo, i numeri del 2024 parlano chiaro: rubare un’auto in Italia è ancora troppo facile. E restituirla, troppo difficile.