Accordo USA-UE, tra riduzione dei dazi e timori sugli standard automobilistici

L’accordo USA-UE fissa i dazi auto al 15% ma introduce il reciproco riconoscimento degli standard automobilistici, sollevando timori per la sicurezza in Europa.

Tesla Cybertruck accordo usa-ue
Dopo settimane di trattative, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo USA-UE sui dazi automobilistici, definendo un’aliquota massima del 15% per la maggior parte delle esportazioni europee, comprese le auto. Si tratta di un risultato significativo sul piano commerciale, perché sostituisce i precedenti dazi americani fissati al 27,5% lo scorso aprile, una soglia che aveva creato forte tensione tra Bruxelles e Washington.

Con il nuovo regime tariffario si punta a favorire gli scambi e a ridurre gli ostacoli al commercio internazionale, aprendo scenari di collaborazione più equilibrata tra le due sponde dell’Atlantico. Tuttavia, accanto all’aspetto economico positivo, l’intesa contiene un passaggio che solleva dubbi e preoccupazioni sul fronte della sicurezza stradale e della regolamentazione dei veicoli.

Accordo Usa-UE: mutuo riconoscimento degli standard automobilistici

Nel documento ufficiale dell’accordo USA-UE intitolato “Joint Statement on a United States-European Union framework on an agreement on reciprocal, fair and balanced trade” si trova un punto che potrebbe avere ripercussioni profonde. Al punto otto si legge l’impegno di USA e UE ad accettare il riconoscimento reciproco degli standard automobilistici.

In altre parole, ogni parte si impegna a considerare validi i requisiti di sicurezza e omologazione dell’altra. Questa clausola, che in apparenza favorisce la semplificazione degli scambi commerciali, apre però scenari complessi sul piano della sicurezza stradale europea, perché le normative statunitensi prevedono standard meno rigidi rispetto a quelle vigenti nell’Unione.

Le preoccupazioni degli esperti europei

L’allarme è stato lanciato dall’ETSC, il European Transport Safety Council, che da anni lavora come organismo indipendente per ridurre incidenti e vittime sulle strade e collabora con la Commissione europea. Il direttore esecutivo Antonio Avenoso ha parlato apertamente di un rischio di arretramento per la sicurezza, sostenendo che l’Europa avrebbe “alzato bandiera bianca”, anteponendo i vantaggi commerciali alla protezione della vita umana.

Le critiche si concentrano sul fatto che i veicoli americani non sono tenuti a rispettare sistemi di sicurezza avanzata ormai obbligatori in Europa, come la frenata automatica di emergenza, l’assistenza al mantenimento della corsia o l’Intelligent Speed Assistance, tecnologie che hanno già dimostrato di salvare vite e prevenire incidenti.

I sistemi di sicurezza a confronto

In Europa la regolamentazione in materia di sicurezza dei veicoli è molto avanzata. Dal 2022, infatti, è in vigore un pacchetto di norme che rende obbligatori diversi sistemi di assistenza alla guida su tutte le nuove auto. Negli Stati Uniti, invece, molte di queste tecnologie restano opzionali o non sono ancora inserite in un quadro normativo vincolante. Questo squilibrio fa temere che, con il mutuo riconoscimento, l’Europa possa ritrovarsi ad accogliere veicoli americani privi di dotazioni che oggi sono considerate fondamentali. La prospettiva è quella di un’erosione della leadership europea in materia di sicurezza stradale, con un impatto negativo sulla protezione di automobilisti, pedoni e ciclisti.

Il rischio dei SUV e dei pick-up americani

Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la tipologia di veicoli che potrebbero entrare nel mercato europeo. Secondo gli esperti, c’è il pericolo che l’UE venga invasa da SUV e pick-up americani di grandi dimensioni, veicoli spesso più pesanti e meno regolamentati rispetto a quelli venduti in Europa.

Questa categoria di automobili, se introdotta senza adeguamenti agli standard UE, rappresenterebbe un pericolo maggiore per utenti vulnerabili come pedoni e ciclisti, oltre a essere in contrasto con la visione europea di una mobilità sostenibile e sicura. L’arrivo massiccio di modelli concepiti per un mercato diverso rischierebbe dunque di compromettere gli sforzi fatti dall’Europa per ridurre le vittime della strada e incentivare la sostenibilità.

L’aspetto legislativo dell’accordo USA-UE e i prossimi passi

Affinché il nuovo quadro tariffario entri ufficialmente in vigore, resta necessario un passaggio legislativo da parte di Bruxelles. La Commissione europea deve presentare una proposta che elimini diversi dazi industriali e garantisca un migliore accesso al mercato europeo per alcuni prodotti americani, in particolare agricoli e ittici. Solo dopo che questo atto sarà approvato, i dazi USA sulle auto europee scenderanno effettivamente al 15%. Secondo il Financial Times, la Commissario UE intende accelerare i tempi e presentare la proposta entro la fine di agosto. Ciò dimostra la volontà politica di concretizzare rapidamente l’accordo, pur in presenza di criticità ancora aperte.

La posizione della comunità scientifica e dei professionisti

Non solo l’ETSC, ma anche altri esperti hanno espresso perplessità. Marco De Mitri di TrafficLab, specialista in sicurezza stradale e mobilità sostenibile, ha ricordato che per il momento si tratta solo di un impegno politico e che per diventare legge occorreranno ulteriori atti attuativi.

Tuttavia, ha sottolineato che se il riconoscimento dovesse essere generalizzato senza verifiche, i rischi sarebbero concreti. La soluzione, secondo De Mitri, è subordinare l’eventuale riconoscimento degli standard americani a un’attenta verifica della loro equivalenza con quelli europei, soprattutto per quanto riguarda la protezione degli utenti vulnerabili. In questo senso, il dibattito non è solo tecnico ma anche politico, perché riguarda le priorità che l’Europa intende darsi tra commercio e sicurezza.

Un equilibrio difficile tra commercio e sicurezza

L’accordo tra USA e UE sugli standard automobilistici mette in evidenza una tensione di fondo tra due obiettivi spesso contrapposti: favorire gli scambi commerciali e garantire la sicurezza dei cittadini. Se da un lato ridurre i dazi al 15% rappresenta un vantaggio competitivo per le case automobilistiche europee, dall’altro il riconoscimento reciproco rischia di allentare i vincoli di sicurezza costruiti negli anni dall’Europa. La sfida sarà quella di conciliare le esigenze di mercato con la tutela della vita umana, mantenendo alto il livello di protezione e difendendo il modello europeo, che ha fatto scuola a livello mondiale.

Le prospettive future

Il dibattito sugli standard automobilistici USA-UE è destinato a proseguire nei prossimi mesi. Molto dipenderà da come verranno scritti e applicati gli atti legislativi necessari per dare piena attuazione all’accordo. Organismi indipendenti, comunità scientifica e associazioni della società civile continueranno a esercitare pressione affinché l’Europa non rinunci ai propri principi di sicurezza in nome del commercio. Al tempo stesso, l’accordo potrebbe rappresentare un’occasione per avviare un dialogo più profondo con gli Stati Uniti, stimolandoli ad adottare standard più avanzati e avvicinandoli alla visione europea di una mobilità sostenibile e sicura. Sarà quindi decisivo osservare come si evolverà il confronto politico e tecnico tra le due potenze, in un momento storico in cui l’automobile non è solo un prodotto industriale, ma anche un simbolo culturale e sociale della transizione in atto.

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