Nel 2005 Opel introduceva sul mercato la seconda generazione della sua monovolume compatta, la Opel Zafira, un modello che si affermò rapidamente come uno dei punti di riferimento nel suo segmento. Presentata ufficialmente sei anni dopo il debutto della prima serie, questa nuova versione fu l’erede di un successo europeo con oltre 1,4 milioni di unità vendute. Lanciata sul mercato italiano nel mese di settembre dello stesso anno, venne prodotta nello storico impianto tedesco di Bochum, ponendosi come simbolo di una progettazione tedesca attenta alle esigenze familiari, ma anche votata alla versatilità e all’innovazione tecnologica.
Il design della nuova Opel Zafira metteva in risalto un carattere dinamico, con linee più tese e moderne che le conferivano un aspetto più automobilistico rispetto alle classiche monovolume del periodo. L’aggiornamento stilistico non fu solo estetico ma anche funzionale, accompagnato da una significativa crescita delle dimensioni interne e da un’attenzione particolare alla qualità percepita. Il posto guida, in particolare, era stato concepito con l’obiettivo di offrire comfort, ergonomia e un controllo intuitivo di tutte le funzioni di bordo, rispondendo alle esigenze del guidatore moderno.
Il sistema Flex7 e la nuova idea di abitacolo
Uno degli elementi che più caratterizzavano la seconda generazione era la presenza del sistema di configurazione interna brevettato Flex7, una soluzione che permetteva di trasformare in pochi secondi l’abitacolo da sette a due posti senza rimuovere fisicamente alcun sedile. Questa modularità rappresentava un vantaggio competitivo rilevante: l’utente poteva riconfigurare lo spazio in funzione delle necessità di carico, ottenendo fino a 1.820 litri di volume utile nel bagagliaio. La possibilità di avere fino a sette posti mantenendo un’ottima abitabilità anche nelle file posteriori contribuì a rafforzare l’immagine della Zafira come vettura ideale per le famiglie numerose o per chi cercava uno spazio flessibile nel quotidiano.
Ma la vera sorpresa fu il debutto del tetto panoramico Skyflex, una soluzione inedita nel panorama delle monovolume compatte. La superficie vetrata era divisa in quattro grandi pannelli, completati da una console longitudinale che attraversava il tetto da parte a parte, integrando cinque scomparti porta-oggetti di diverse dimensioni. Questo sistema non solo aumentava la luminosità dell’abitacolo, creando un’atmosfera accogliente e ariosa, ma offriva anche uno spazio supplementare intelligente, dedicato all’organizzazione degli oggetti di bordo. Il vetro oscurato e il sistema elettrico di schermatura completavano l’esperienza, garantendo una protezione efficace dal sole per tutti i passeggeri.
Tecnologie avanzate per dinamica e sicurezza
Un altro elemento distintivo della Opel Zafira 2005 fu la scelta di introdurre soluzioni tecnologiche derivate dal segmento superiore, con l’obiettivo di migliorare la dinamica e la sicurezza del veicolo. In particolare, il telaio adottava la tecnologia IDSPlus con CDC (Continuous Damping Control), già vista sulla Opel Astra. Si trattava di un sistema in grado di regolare in tempo reale la risposta degli ammortizzatori in base alle condizioni della strada e allo stile di guida, offrendo un equilibrio ottimale tra comfort e stabilità. Questa soluzione si rivelò particolarmente efficace per una monovolume, migliorando sensibilmente l’esperienza di guida anche a pieno carico.
Inedita per la categoria anche l’introduzione dei fari AFL bi-xenon, che grazie alla funzione di orientamento in curva miglioravano significativamente l’illuminazione notturna. La capacità del sistema di seguire i movimenti del volante garantiva una visibilità più precisa in condizioni di guida difficili, contribuendo ad aumentare la sicurezza attiva del veicolo. La combinazione di questi elementi tecnici rendeva la Zafira una delle vetture più evolute della sua classe, proiettandola oltre i limiti tradizionali delle monovolume.

Motorizzazioni per tutte le esigenze
Sul piano meccanico, la seconda generazione di Opel Zafira offriva una delle gamme più articolate della categoria. Le motorizzazioni partivano da un quattro cilindri benzina da 1.6 litri e 101 CV, salendo progressivamente fino ai 200 CV del 2.0 turbo benzina, coprendo quindi una fascia molto ampia di esigenze prestazionali. Il vero fiore all’occhiello fu però la versione sportiva OPC, che avrebbe fatto il suo debutto poco dopo con una potenza di ben 240 CV, posizionandosi come una delle monovolume più veloci del mercato europeo.
Sul fronte diesel, l’offerta comprendeva propulsori common-rail ad iniezione diretta multipla, tutti dotati di filtro antiparticolato DPF di serie. Questo dispositivo, privo di necessità di manutenzione, rappresentava una soluzione d’avanguardia in termini di contenimento delle emissioni e di sostenibilità. Opel anticipava così una tendenza che sarebbe diventata standard negli anni successivi, garantendo un’efficienza elevata e un basso impatto ambientale. A completare la proposta ci sarebbe stata anche un’unità alimentata a metano, pensata per offrire un’alternativa economica ed ecocompatibile in un periodo in cui la mobilità sostenibile iniziava a guadagnare centralità nel dibattito pubblico.
Una lunga vita sul mercato e l’arrivo della Tourer
La Opel Zafira B, come viene identificata internamente la seconda generazione, sarebbe rimasta in produzione per ben nove anni, accompagnando famiglie e professionisti dal 2005 al 2014. In questo lungo arco di tempo la monovolume riuscì a mantenere viva l’attenzione del mercato grazie alla sua flessibilità, al comfort elevato e a una costante attenzione all’evoluzione tecnologica. Quando nel 2014 fu presentata la terza generazione, conosciuta come Zafira Tourer, il passaggio avvenne in continuità con il DNA del modello, ma con una nuova interpretazione stilistica e funzionale più orientata alla qualità premium.
Il successo della seconda generazione resta però centrale nella storia del marchio tedesco. La sua capacità di anticipare i tempi, introducendo dotazioni come il tetto Skyflex, i fari orientabili e le sospensioni a controllo elettronico, le permisero di uscire dai confini di un segmento solitamente legato solo alla praticità, offrendo anche piacere di guida e soluzioni da categoria superiore.












