Mentre il calendario degli scioperi si avvicina alla consueta pausa estiva, il settore del trasporto pubblico locale si prepara ad affrontare due giornate di fermo che interesseranno diverse città italiane. Le date da segnare sono il 18 e il 19 luglio 2025, quando una serie di agitazioni sindacali coinvolgerà sia il personale viaggiante che quello tecnico e amministrativo in alcune aree del Paese. Se l’impatto sarà circoscritto rispetto a un’eventuale mobilitazione nazionale, le ripercussioni sulla mobilità locale saranno comunque significative.
Le città più colpite saranno Monza, La Spezia e Campobasso, dove le rispettive aziende di trasporto pubblico subiranno interruzioni di servizio in orari precisi, con motivazioni che variano dalle richieste di tutela contrattuale al mancato rispetto di accordi pregressi. Si tratta di uno scenario già noto ai pendolari, ma che assume particolare rilevanza in un periodo in cui molti cittadini si stanno spostando verso le località turistiche o si apprestano a partire per le vacanze. Le date del 18 e 19 luglio, quindi, si pongono come un banco di prova per la tenuta dei servizi minimi, alla vigilia di una stagione in cui la pressione sul trasporto urbano ed extraurbano potrebbe comunque rivelarsi meno intensa.
La protesta a Monza: sciopero NET il 18 luglio
La prima agitazione in programma riguarda il personale di Nord Est Trasporti (NET), la società che gestisce il trasporto pubblico urbano ed extraurbano in numerosi comuni della Lombardia. Il sindacato AI Cobas ha indetto per venerdì 18 luglio 2025 uno sciopero di quattro ore, dalle 18:00 alle 22:00, che interesserà in particolare la città di Monza e alcune linee extraurbane di Trezzo sull’Adda.
Le motivazioni della mobilitazione sono articolate e radicate in dinamiche interne all’azienda che, secondo i promotori, avrebbero minato la qualità delle relazioni industriali. Tra i punti sollevati vi è il mancato rispetto degli accordi in essere, soprattutto in materia di utilizzo del personale di scorta. Il sindacato chiede anche l’archiviazione delle sanzioni disciplinari comminate ai conducenti che si sono attenuti a queste prassi consolidate e la restituzione delle eventuali trattenute già applicate.
La fascia oraria scelta non è casuale: le ultime ore del pomeriggio rappresentano uno dei momenti di maggiore domanda di trasporto, soprattutto per chi fa rientro dal lavoro o si sposta per motivi personali. Pur trattandosi di una protesta limitata nel tempo e nello spazio, l’interruzione del servizio potrà avere ripercussioni dirette sulla regolarità di alcune corse, in particolare nei collegamenti tra Monza e i comuni limitrofi.
La Spezia: sciopero di 4 ore per ATC, Trotta e Riccitelli
Sempre nella giornata di venerdì 18 luglio, un’altra mobilitazione interesserà la provincia di La Spezia, dove le aziende ATC Esercizio, Trotta Bus Services e Autoservizi Riccitelli si troveranno ad affrontare uno sciopero di 4 ore indetto da una coalizione sindacale che comprende Filt-Cgil, Uil Trasporti, Cobas e Ugl-Fna.
La modalità dell’astensione è differenziata in base alle mansioni del personale: il personale viaggiante e d’officina incrocerà le braccia dalle 11:00 alle 15:00, mentre il restante personale, comprese le biglietterie, si fermerà durante le ultime 4 ore del proprio turno. Una formula che mira a garantire visibilità alla protesta ma allo stesso tempo a contenere l’impatto complessivo sui servizi. Non si tratta di un’escalation improvvisa: lo sciopero del 18 luglio segue una mobilitazione analoga già avvenuta nei mesi precedenti e proclamata dalle stesse sigle, che aveva registrato un’adesione pari al 25,51% del personale comandato in servizio.
Un dato che, seppur non altissimo, evidenzia una certa partecipazione tra i lavoratori e riflette un clima di malcontento che ancora non ha trovato risposte convincenti. Le ragioni della protesta non sono state dettagliate nel comunicato congiunto, ma si inseriscono in un contesto in cui i sindacati lamentano carenze strutturali nell’organizzazione del lavoro, nelle retribuzioni e nella sicurezza degli operatori.
Campobasso: sabato 19 luglio tocca alla SATI
La seconda giornata di sciopero prevista per questo fine settimana è sabato 19 luglio 2025 e coinvolgerà la città di Campobasso, dove il personale della società SATI, che gestisce il trasporto pubblico locale, si asterrà dal lavoro per quattro ore, dalle 8:30 alle 12:30. A proclamare lo sciopero sono stati i sindacati Filt-Cgil, Faisa-Cisal e Ugl Autoferro, che chiedono maggiore attenzione alle condizioni di esercizio degli operatori.
Anche in questo caso l’astensione è limitata nel tempo, ma la scelta della fascia mattutina coincide con una fase della giornata in cui molti utenti usufruiscono dei mezzi pubblici per spostamenti legati al lavoro, alla scuola o ad altre attività quotidiane. La società ha già informato che durante l’orario di sciopero non potrà essere garantita la regolarità del servizio, ma ha anche confermato che le corse riprenderanno regolarmente subito dopo la fine dell’astensione. Un’informazione utile soprattutto per gli utenti abituali, che potranno programmare i propri spostamenti in base agli orari comunicati.
Sciopero trasporto pubblico: uno scenario in evoluzione
Queste due giornate di agitazione, pur interessando un numero limitato di città, si inseriscono in una fase delicata per il trasporto pubblico locale, dove le vertenze aziendali si moltiplicano e le risposte tardano ad arrivare. La presenza di diversi soggetti sindacali, ciascuno con priorità e strategie proprie, rende il panorama delle mobilitazioni frammentato e difficile da interpretare in chiave unitaria. Tuttavia, il fatto che gli scioperi del 18 e 19 luglio si concentrino su aziende territoriali non deve far sottovalutare il loro significato politico e sociale.
Le rivendicazioni, pur legate a dinamiche locali, raccontano una più ampia insoddisfazione tra i lavoratori del settore, spesso lasciati soli a gestire carichi di lavoro e responsabilità crescenti, senza un adeguato riconoscimento economico o professionale. In questo senso, le agitazioni anticipate di luglio si configurano come un campanello d’allarme per un settore strategico e come un’anteprima di ciò che potrebbe accadere dopo l’estate, se il dialogo tra aziende e rappresentanze sindacali non riprenderà con maggiore concretezza e trasparenza.
Il prossimo sciopero già annunciato per il 26 luglio 2025, che coinvolgerà anche il settore aereo a livello nazionale, sembra confermare questa tendenza, con il rischio di un autunno ancora una volta caratterizzato da tensioni, fermate e proteste nel mondo dei trasporti.